Come per i precedenti Likecrazia e Per una nuova destra, anche Bomba a orologeria, l’ultimo libro di Daniele Cepezzone per Piemme, è una lettura assolutamente godibile. I libri di Capezzone hanno due grandi qualità: essere un’analisi della cronaca in cui viviamo e una sintesi del tempo che viviamo. Questi scritti potranno quindi essere usati nel tempo per capire vicissitudini dei giorni nostri.
Il cuore del libro è la difesa della cultura liberale, sia politica che economica. Capezzone riesce a dissolvere la facile illusione del nostro tempo, quella per cui nei momenti difficili come quello che stiamo vivendo non possiamo che affidarci a politiche stataliste. Niente di più sbagliato. Abbiamo ormai la prova che queste politiche non aiutano a rilanciare l’economia e la società, anzi sono soltanto un freno.
Poi la riflessione sul populismo: “Se credete che la stagione del populismo sia definitamente tramontata vi sbagliate di grosso”. Capezzone individua il luogo dove il populismo si origina e si rinnova, dove c’è lo scollamento tra le classi dirigenti e il corpo elettorale, il popolo. Quale ricetta quindi? Parlare con franchezza, non nascondere le cose e appellarsi a un senso di realtà e verità, tutto il contrario della stagione che stiamo vivendo.
E poi come non sottolineare la parte in cui viene fatto l’elogio della figura di Antonio Martino, liberale vero, scomparso pochi mesi fa. Le sue idee dovrebbero essere la bussola per il governo di domani, solo così potrà essere disinnescata quella bomba che è pronta ad esplodere nei prossimi mesi.
Giancristiano Desiderio, 20 settembre 2022