Intervista di Affaritaliani.it a Luigi Bisignani.
di Alberto Maggi
Ormai siamo quasi a fine settembre, l’estate è lontana e la politica è ripartita. Come valuta l’azione del governo Draghi?
“Certamente se lo paragoniamo al governo Conte che c’era prima siamo in una situazione idilliaca, l’esecutivo giallo-rosso è stato un vulnus per la democrazia”.
Detto ciò…
“Ormai sono passati mesi e sinceramente da Draghi ci si aspettava di più, soprattutto sul piano del coordinamento tra i ministeri e sul fronte del rapporto tra Palazzo Chigi e i ministri. Il grande prestigio del presidente del Consiglio ha annullato la collegialità del governo”.
Un giudizio pesante…
“La campagna vaccinale non sta andando come si sperava, sul tanto sbandierato Recovery Plan vediamo come i soldi non sono ancora arrivati. E ricordo che stiamo per entrare nel 2022 ed entro il 2026 le opere vanno concluse, ma nessuna è ancora partita”.
Non siamo messi bene, insomma…
“Un ministero chiave come quello delle Infrastrutture è in mano a professori universitari di grande prestigio vicini al ministro Giovannini che non è né un politico né un super-tecnico. Di fatto è un ministero bloccato”.
Altri nodi nel governo?
“Un comparto fondamentale come la digitalizzazione del Paese è fermo al ‘caro amico’, il ministro Colao continua a fare contratti a giovani volenterosi che in gran parte provengono dalla Vodafone. E questo oggettivamente crea un problema. Il piano digitale per le scuole non è nemmeno partito con la digitalizzazione del Paese ferma”.
E Palazzo Chigi?
“Il pallino è totalmente nelle mani del professor Giavazzi, che è un grande editorialista ma di amministrazione pubblica sa poco o niente. E questo paralizza la macchina della presidenza del Consiglio”.
Un voto a Draghi premier dopo 7 mesi di governo?
“Partiva da 110 e lode, oggi si merita un 68-70, diciamo che sicuramente ci si aspettava di più. In politica estera ha avuto un grande prestigio fino a quando si parlava di economia, ma ora che si comincia a fare sul serio emergono i limiti di Draghi. Clamorosa la gaffe della sua portavoce quando ha detto che dopo cinque giorni il presidente Draghi avrebbe avuto una videocall con il cinese Xi. Un errore di comunicazione e di sostanza da matita blu. Il presidente del Consiglio italiano non sta in lista d’attesa e la notizia va fatta uscire quando la conversazione è già avvenuta”.
Che cosa succede nella Lega? E’ davvero in atto una guerra interna?
“L’atteggiamento di Salvini ha creato contro-leader interni a loro insaputa, ma Zaia, Fedriga e soprattutto Giorgetti non hanno alcuna intenzione di scalzare Salvini e di fare il segretario. E’ solo una follia giornalista alimentata dal comportamento e dalle scelte politiche di Salvini”.
E il Pd?
“Letta si sta dimostrando totalmente inadeguato e Base Riformista, la corrente di Guerini, Lotti e Margiotta, sta vincendo tutti i congressi. La base Dem non si identifica più in Letta e Orlando”.