La notizia, di quelle bomba, appare sul Corriere della Sera e, vista l’attendibilità dell’autore, Francesco Verderami, fa ovviamente discutere. “Lui non partecipa più da tempo ai Consigli dei ministri. Lei si mostra amareggiata più che arrabbiata. Perché per Giorgia Meloni il rapporto con Guido Crosetto appartiene alla sfera personale. Ma quanto sta accadendo rischia di travalicare quei confini e diventare un delicato caso politico”.
Le assenze in Cdm
Possibile? Possibile che “il titolare della Difesa abbia deciso una sorta di protesta silenziosa”? Secondo Verderami sì e lo avrebbero capito anche i ministri alleati: “Le assenze del collega infatti sono diventate così tante che non potevano più essere frutto solo di coincidenze – si legge nell’articolo – Al punto che c’è chi si è spinto a chiedere lumi a Meloni. Ricevendo una risposta che ha confermato il problema: «Per i ministri venire in Consiglio è un dovere. Dopodiché si va avanti lo stesso. Il governo non si ferma perché qualcuno fa le bizze»”. Addirittura, Meloni avrebbe detto che “Guido per me è un fratello, anche se stavolta non lo capisco”. Secondo il Corriere, sarebbero almeno una decina le assenze nei Cdm e al momento “regna l’incomunicabilità” tra premier e ministro, situazione “che a Meloni appare «incomprensibile»”.
La domanda è: perché? Secondo Verderami, a far scattare l’ira di Crosetto sarebbe il rapporto non proprio idilliaco con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, sull’operato dei servizi. “Materiale incandescente che aveva prodotto tensioni nei giorni di fine estate, quando — nel pieno del caso di dossieraggio che ha colpito anche il rappresentante della Difesa — erano diventate di dominio pubblico le critiche di Crosetto verso i vertici dell’Aise, contenute nell’esposto presentato alla Procura di Perugia”.
La replica di Crosetto
Vero? Falso? Dicerie? Il diretto interessato nega categoricamente. “Oggi leggo su alcuni quotidiani che faccio posare i telefonini a chi entra nel mio ufficio alla Difesa, non vado ai Cdm per chissà quali motivi – si legge in una nota pubblicata su X – La prassi di lasciare il cellulare prima di entrare nell’ufficio del ministro, alla Difesa, fu introdotta da Elisabetta Trenta. Lorenzo Guerini la trovò e la mantenne. Io la trovai in eredità da lui e la lasciai continuare. Non in tutti i Cdm ci sono argomenti che riguardano la Difesa e non possono essere fissati tenendo conto delle agende, degli impegni istituzionali od internazionali di ogni ministro. La somma delle due cose fa sì che, avvertendo e concordando prima eventuali posizioni e quindi non arrecando alcun problema al Consiglio, i ministri impegnati in altro, siano assenti i ministri. Perché i ministeri invece sono sempre presenti nella preparazione degli atti”. E ancora: “Era mia intenzione essere assente anche domani, perché gli impegni all’estero nei giorni e nelle settimane successive sono moltissimi e devo recuperare ogni ora possibile di lavoro ma ci andrò per evitare altri inutili commenti. Ora torno al lavoro dopo aver sprecato 5 minuti per rispondere al nulla”.
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