Alla fine il reddito di cittadinanza lo hanno introdotto. In questo video perdo la pazienza, un po’ troppo e me ne scuso, con Alfonso Bonafede. Ma mi ero innervosito sulla palla secondo la quale con il reddito avremmo trovato nuovi lavori per i giovani. A sette mesi di distanza tutti i dati certificano che non è servito a trovare un posto. Si tratta, come era prevedibile di pura assistenza.
Quoto un pezzo, ben fatto, del Sole 24 Ore sugli ultimi dati ufficiali:” Nessun impatto sul mercato del lavoro dai 704 mila beneficiari del reddito di cittadinanza, considerati “occupabili”. Le ragioni? Il ritardo nell’avvio delle politiche attive, legate al nuovo strumento di integrazione al reddito decollato ad aprile. Il primo indizio è contenuto nelle ultime rilevazioni mensili dell’Istat che hanno certificato una riduzione del numero di disoccupati (-87 mila tra luglio e agosto), accompagnata da un incremento degli inattivi (+73 mila), esattamente il contrario di quanto sarebbe dovuto accadere con il reddito di cittadinanza. Lo stesso fenomeno si registra confrontando il trimestre giugno-agosto con quello precedente (marzo-maggio)”
Ma non basta, come nota in modo eufemistico, lo stesso Nadef, il documento della finanza approvato da questo governo: “dai dati dell’indagine sulle forze di lavoro non emerge ancora pienamente l’incremento del tasso di partecipazione che sarebbe dovuto scaturire dall’adesione al reddito di cittadinanza (RdC) e dal conseguente patto per il lavoro”.
Nicola Porro, 7 ottobre 2019