Non sono giorni facili per Aboubakar Soumahoro. Il sistema della gestione dei fondi delle cooperative di famiglia scoperto dalla Guardia di Finanza a Latina ha portato agli arresti domiciliari la moglie, Liliane Murekatete, e la suocera, Marie Therede Mukamatsindo. Uno scandalo che al momento non coinvolge l’ex paladino della sinistra, che però rischia di finire fuori dal Parlamento per un altro motivo. La Corte di appello di Bologna ha inviato alla Camera un verbale di segnalazione sul parlamentare eletto con il centrosinistra nella circoscrizione dell’Emilia-Romagna, dopo aver rilevato criticità sui contributi ricevuti nella campagna elettorale per le Politiche del 2022. Ora la commissione elettorale della Camera avrebbe avviato le procedure per la decadenza del deputato, confluito nel gruppo misto. Il sindacalista con gli stivali ha respinto al mittente ogni addebito, ma è impossibile non osservare un particolare: la sua completa solitudine. Dove sono Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Elisabetta Piccolotti? Un tempo in un brodo di giuggiole per la candidatura di “Abou”?
Soumahoro non è arrivato in Parlamento con il teletrasporto, nessuna imposizione dall’alto, nessuna wild card. Lanciato dal tandem Damilano-Zoro – no, nemmeno di loro si hanno notizie – il sindacalista nero ha accumulato consensi tra i compagni, tanto da diventare un grande pensatore. Alla ricerca di qualche seggio nella grande ammucchiata piddina, Verdi e Sinistra Italiana hanno provato a cavalcare l’onda, offrendogli un posto nella squadra delle Politiche 2022. Bonelli e Fratoianni in prima fila alla presentazione, parole importanti e persino lacrime. Sì, il portavoce dei Verdi non è riuscito a trattenere le emozioni per la scelta di puntare sul grande Souma, al fianco dei deboli da sempre ma soprattutto un buon bacino di voti.
“Dobbiamo far sorridere chi finora è stato privato di diritti e dignità”, il grido di battaglia di Soumahoro. Indimenticabile la sviolinata di Fratoianni: “Queste candidature (quella di Souma e di Ilaria Cucchi, ndr) vogliono rappresentare la possibilità di costruire un paese migliore, sono il segno di una proposta che vuole restituire una speranza a questo paese, parlando di giustizia e lotta per i diritti”. Parole significative, ripetute a pappagallo per tutta la durata della campagna elettorale. Ma nel novembre del 2022 è cambiato tutto: scoppia lo scandalo delle cooperative di famiglia del deputato e l’alleanza rossoverde va nel panico. Fin da subito Fratoianni e Bonelli scaricano il compagno: sì alla riscoperta del garantismo, ma una presa di distanze è d’obbligo. “Noi non abbiamo nulla da nascondere”, dice il leader di SI. Versione stroncata da Elena Fattori, ma quella è un’altra storia: per qualche voto in più è facile chiudere un occhio.
Il resto è storia nota. Soumahoro passa nel misto, scambi di accuse, retroscena e voci. Ora l’ex Papa nero rischia grosso, ma al suo fianco non c’è nessuno. Prima, quando l’obiettivo era raccogliere consensi (o anche solo entrare in Parlamento, dati i numeri di Fratoianni e Bonelli), “Abou” era il futuro della sinistra, l’icona dei più deboli. Ora, nel momento di maggiore difficoltà, fanno finta che non esista. Dalle lacrime al silenzio, dal destino della causa progressista al possibile seggio vacante. Nessuno si prende responsabilità e nessuno mostra solidarietà. Ma non c’è da sorprendersi: Fratoianni, Bonelli e compagnia cantante non hanno mai chiesto scusa per la figuraccia.
Massimo Balsamo, 7 novembre 2023