Appunti sudamericani

Boss dei narcos evadono dal carcere. Caos in Ecuador: uomini armati in studio tv

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Narcos Ecuador

Fabricio Colón Pico, detto el Selvaje (Il Selvaggio, in italiano), leader del cartello Los Lobos in Ecuador, associato al cartello Jalisco Nueva Generación (CJNG), è evaso dal carcere dopo essere stato arrestato meno di una settimana fa. “El Selvaje” ha partecipato all’assassinio di Fernando Villaviencio e ha cercato di porre fine alla vita del procuratore generale dell’Ecuador Diana Salazar.

La Salazar aveva denunciato il piano per attentare alla sua vita lo scorso 3 gennaio, presso la Corte Nazionale di Giustizia, durante un’udienza del caso Metastasis (che indaga sull’anarcopolitica). “Lo dico con nome e cognome. Ora venite a uccidermi”, aveva denunciato la capo della Procura durante l’udienza. Non bastasse, in Ecuador domenica scorsa era evaso anche Adolfo Macias, alias “Fito”, il leader del cartello dei Los Choneros, associato al cartello di Sinaloa, dal carcere Litoral di Guayaquil.

Fito – condannato a una pena di 34 anni per criminalità organizzata, traffico di droga e omicidio – aveva minacciato di morte l’allora candidato Fernando Villavicencio appena un mese prima che il favorito al ballottaggio, secondo gli ultimi sondaggi, venisse ucciso. Per la cronaca, tutti e sei gli scagnozzi di Fernando (cinque colombiani e un venezuelano) sono stati arrestati ma massacrati in carcere poco dopo.

Aggiornamento

A seguito dell’evasione dei due boss del narcotraffico, il presidente Noboa ha dichiarato lo Stato di emergenza per 60 giorni e nel Paese si è scatenato il caos. In tutto l’Ecuador sono in corso scontri, sparatorie, rivolte carcerarie e omicidi. Una sorta di “conflitto interno armato” a cui il presidente sta cercando di porre rimedio con le forze armate “per garantirne la sovranità e l’integrità” dello Stato. Nel mirino del governo ci sono 22 gruppi criminali che trafficano droga a livello internazionali.

Il caso più eclatante è avvenuto ieri sera. Uomini armati hanno fatto irruzione negli studi del canale televisivo “Tc Television” a Guayaquil, minacciando tutti durante la diretta. Giornalisti e tecnici sono stati presi in ostaggio sotto la minaccia di pistole, machete, mitragliatori e fucili. Solo dopo un’ora le forze speciali hanno fatto irruzione per cercare di risolvere la situazione: gli ostaggi sarebbero stati tutti liberati mentre 13 degli aggressori arrestati.

Sempre a Guayaquil un commissariato di polizia è stato preso d’assalto, due addetti alla sicurezza di un centro commerciale uccisi e altre violenze sono in corso. Il bilancio parla di otto morti almeno, ma è destinato a salire.

Paolo Manzo, 9 gennaio 2023


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