Cronaca

Bove e la miocardite: è peggio il Covid o il vaccino?

Il caso del calciatore della Fiorentina: la rivista scientifica Nature scrive che la seconda dose (per gli under40) ha un rischio miocardite più alto del virus

© ArtistGNDphotography e 4khz tramite Canva.com

Non avremmo voluto scrivere un pezzo cosi delicato, ma leggendo gli articoli in circolazione c’è sembrato utile citare paper scientifici, affidabili, e non opinioni (spesso ideologiche, basate su una scelta di studi parziale – cherry-picking – unilaterale, senza considerare dati integrali). Proviamo a dare quindi un’interpretazione dei dati (pochi) che abbiamo, citando pubblicazioni scientifiche che pongono dei quesiti aperti rispetto alle conclusioni a cui si è giunti su tutti i quotidiani. Iniziamo.

Il giovanissimo talento della Fiorentina, Edoardo Bove, ha avuto un malore in campo. Nessuno sa precisamente cosa sia successo. Non è chiara la tempistica della miocardite – citata dai media -, non sono state pubblicate diagnosi, dati ufficiali, ma solo approssimazioni temporali. Si scrive che questa miocardite sia databile al 2020 (non ci sono riferimenti a cartelle cliniche precise, tutto molto vago), in tal caso immaginiamo – con logica evidenza – che i cardiologi in quel momento abbiano fatto tutte le dovute verifiche (dosaggio enzimi, troponina, ecc.) e che la situazione non abbia provocato alcun danno, quindi ci pare evidente che l’infiammazione al cuore sia passata totalmente, e sia tornato tutto alla normalità.

Detto ciò, si precisa che esami approfonditi come la risonanza magnetica cardiologica sia diventata una prassi nelle visite per l’idoneità sportiva fatta a Edoardo fino al 2022-2023: e qui si conferma che niente di allarmante è mai apparso, insomma non c’entrerebbe il Covid del 2020: da dopo il Covid è complesso ricostruire la storia del calciatore, online non c’è nulla. Cosa è successo dopo? Mentre, si legge, i nuovi esami di secondo livello, successivi all’aritmia, hanno evidenziato l’impronta all’altezza del ventricolo sinistro. Ci sarebbe una cicatrice sul muscolo che riveste il cuore, apprendiamo sempre dalla stampa. Non sappiamo null’altro, niente di preciso – e per privacy, ci sembra giusto non andare oltre -, ma alcune domande vogliamo farle. Per cui, con il massimo rispetto, poniamo delle osservazioni, senza dare certezze, basandoci su paper scientifici. Non abbiamo la presunzione di poter comprendere una questione così complessa in modo semplicistico. Ma andando a verificare le pubblicazioni scientifiche più autorevoli, possiamo porre delle domande.

“Nature” e lo studio dell’Università di Oxford: eccesso miocarditi dopo seconda dose negli under40, superiori a quelli dei malati di Covid (Fonte: https://www.nature.com/articles/s41591-021-01630-0)

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Volendo capire meglio, e mettere sulla bilancia rischi/benefici, tra miocarditi e vaccino basta leggere il paper pubblicato su Nature si vede nella Tabella 2 del paper del Nuffield Department of Primary Health Care Sciences, University of Oxford, pubblicato su Nature (fonte: https://www.nature.com/articles/s41591-021-01630-0), “Rischi di miocardite, pericardite e aritmie cardiache associati alla vaccinazione Covid-19 o all’infezione da SARS-CoV-2”. Si nota che nei soggetti under40 un eccesso di miocarditi – dopo seconda dose di Moderna – rispetto agli infetti. Quindi un giovane maschio vaccinato con Moderna (mRNA-1,273 second dose) ha un rischio di miocardite superiore a quello di un infetto Covid di pari età. Il picco della colonna color arancione chiaro, rappresenta le miocarditi dopo II dose di vaccino, rispetto alla colonna rosa chiaro (under40 positivi al test SARS-CoV-2).

 

Studio israeliano su 196mila pazienti che analizzano l’incidenza delle miocarditi nei malati di Covid (fonte: https://www.mdpi.com/2077-0383/11/8/2219)

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Il titolo della pubblicazione: “The Incidence of Myocarditis and Pericarditis in Post Covid-19 Unvaccinated Patients – A Large Population-Based Study”, ovvero “L’incidenza di miocardite e pericardite nei pazienti non vaccinati dopo la Covid-19: un ampio studio basato sulla popolazione”. La ricerca è stata condotta da: Hebrew University of Jerusalem-Faculty of Medicine, e Tel Aviv University, e ancora Sheba Medical Centre – il più grande ospedale in Israele, situato nella città di Ramat Gan, distretto di Tel Aviv. Si può leggere nel testo della pubblicazione scientifica che: “I nostri dati suggeriscono che non vi è alcun aumento dell’incidenza di miocardite e pericardite nei pazienti Covid-19 guariti non-vaccinati, rispetto ai controlli non infetti”.

Lo studio di coorte retrospettivo su 196.992 adulti dopo l’infezione da Covid-19 tra i membri dei servizi sanitari di Clalit in Israele, riguarda la finestra temporale tra marzo 2020 e gennaio 2021, lo stesso in cui Edoardo Bove dovrebbe aver avuto la miocardite. Con il ceppo più virulento, quindi, di SARS-CoV-2, i ricercatori israeliani e non vedono aumenti significati di miocarditi nei malati-guariti Covid.

 

Cosa dicono i dati CDC (autorità sanitaria negli Usa) sulle miocarditi e i vaccini: dati su milioni di giovani (fonte: https://web.archive.org/web/20240414073011/https://www.cdc.gov/vaccines/acip/meetings/downloads/slides-2021-06/03-COVID-Shimabukuro-508.pdf pag. 27)

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Questi sono i dati ufficiali CDC, disponibili da giugno del 2021, in cui si poteva vedere l’incidenza delle miocarditi post-vaccino per fascia di età: vaccinati contro dati pre-Covid (quindi le miocarditi/pericarditi attese normalmente – pre-Covid – su ragazzi/e sani/e). Per i giovani fino a 24 anni, si vedeva un aumento delle miocarditi nei vaccinati di circa 26 volte rispetto ai sani non malati: su 2 milioni di dosi, si sono osservate 132 mio/pericarditi, contro le attese di 1-12 mio/pericarditi tra i sani. Su 4,3 milioni di dosi, su 18-24enni, si osservano 233 miocarditi/pericarditi dopo la seconda dose, nella finestra dei 21 giorni, su una stessa popolazione di giovani erano attese da 2 a massimo 25 miocarditi/pericarditi. Un aumento significativo.

Daniele Di Pietro, 11 dicembre 2024

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