Tutti i giornali oggi giustamente parlano della morte bracciante indiano, Satnam Singh. È la storia drammatica di un indiano arrivato in Italia che viene sbattuto nei campi dove purtroppo muore. Aveva perso il braccio in un macchinario avvolgi-plastica trainato da un trattore e non ha ricevuto nessun soccorso.
È sotto gli occhi di tutti che questa sia una storia tragica, meno lo è il fatto che non vada considerato come un “morto sul lavoro” perché, in verità, i suoi “datori di lavoro” non possono altro che essere definiti degli assassini. È stato ucciso da quelli che lo hanno impiegato, non dal lavoro.
Ragazzi, non è una questione di caporalato: qui ci sono degli assassini e la sua morte deve essere rubricata come un assassinio, non incidente sul lavoro. E a dirlo per primi sono proprio i veri agricoltori che non possono essere che disgustati di essere anche lontanamente associati a certa gente.
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 20 giugno 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)