A distanza di due settimane dalla strage di Brandizzo la Si.Gi.Fer, ditta appaltatrice di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) in cui lavoravano i cinque operai morti nell’incidente ferroviario alle porte di Torino, ha chiesto la cassa integrazione per 13 settimane. Sarebbero prossimi al licenziamento 79 operai: “Rimangono forti preoccupazioni perché, senza anticipazione della cassa integrazione, i lavoratori rischiano, nelle prossime settimane, di aggiungere alla sofferenza per la perdita dei propri colleghi lacrime di disperazione”, hanno scritto in un comunicato congiunto le organizzazioni sindacali Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl Piemonte Orientale.
L’amministratore delegato di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, ha annunciato la revoca dell’appalto a Si.Gi.Fer, che quindi non lavorerà più nei suoi cantieri. “Il tragico incidente impone misure di questo tipo”, ha affermato Strisciuglio nel programma Cinque Minuti di Bruno Vespa. È intervenuto nel merito della vicenda anche il sindaco di Borgo Vercelli, comune in cui ha sede la Si.Gi.Fer, Mario Demagistri. Il primo cittadino ha espresso il suo “sconcerto per la decisione dell’amministratore delegato di Rfi di revocare l’appalto alla Si.Gi.Fer senza attendere i risultati delle indagini della magistratura. Non è per prendere le difese dell’azienda, ma dei 79 lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro”.
La decisione di Rfi, che ha subito liquidato la Si.Gi.Fer sulla scorta dell’incidente di Brandizzo anziché attendere il verdetto della magistratura, dimostra come il populismo abbia un’influenza pervasiva sul mondo del lavoro. Un provvedimento adottato in maniera aprioristica rischia di far rimanere disoccupati 79 dipendenti dell’azienda piemontese. È questo il risultato della giustizia sommaria, che antepone le scelte demagogiche agli esiti delle indagini preliminari.
Lorenzo Cianti, 17 settembre 2023