Il presidente messicano AMLO agli Stati Uniti: “il fentanyl è un vostro problema”
Il presidente del Messico ha dichiarato ieri che il suo paese non produce né consuma fentanyl, nonostante le enormi prove del contrario. Andrés Manuel López Obrador ha descritto l’epidemia di oppioidi sintetici come un problema degli Stati Uniti. La sua dichiarazione è arrivata durante una visita in Messico di Liz Sherwood-Randall, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, per discutere della crisi del fentanyl. Arriva anche tra le chiamate di alcuni repubblicani statunitensi a utilizzare le forze armate statunitensi per attaccare i laboratori di droga in Messico. “Qui non produciamo fentanil e non consumiamo fentanil”, ha detto López Obrador. “Perché loro (gli Stati Uniti) non si prendono cura del loro problema di degrado sociale?”
Il Venezuela cade in un’altra spirale di iperinflazione e chiuderà il 2023 al 4.000%
L’indice dei prezzi ha raggiunto sinora il 537% su base annua. “Flirtano di nuovo con l’iperinflazione nonostante i salari non siano aumentati e la Banca Centrale del Venezuela (BCV) continui a perdere riserve internazionali”, ha avvertito José Guerra, un ex funzionario della BCV. C’è iperinflazione quando supera il 500% annuale. L’economia venezuelana potrebbe essere la prima con un’alta dollarizzazione di fatto a sperimentare di nuovo iperinflazione. Datanalisis, una società di ricerche di mercato venezuelana, stima che entro la fine dell’anno l’inflazione toccherà il 4000%. L’economia ha iniziato a rallentare nella seconda metà dello scorso anno quando nonostante lo slogan di Maduro “Il Venezuela è stato messo a posto economicamente” ci fu una prima svalutazione del bolivar del 35%. Le conseguenze? Aumento sproporzionato del costo della vita, file terribili, carenza di cibo, medicine e di prodotti di base, oltre alla distruzione dei risparmi e della moneta nazionale. La perdita di potere d’acquisto sta colpendo di nuovo i venezuelani.
Nuovo ricatto dal chavismo: il regime assicura che non firmerà alcun accordo con l’opposizione fino a quando gli Usa non revocheranno tutte le sanzioni
Jorge Rodríguez, presidente del parlamento chavista, ha chiesto che “le 765 misure coercitive unilaterali firmate da Donald Trump e Barack Obama siano revocate”. Altrimenti nessun dialogo in vista delle elezioni presidenziali che il paese celebrerà nel 2024.
Brasile: il governo di Lula dimezza la creazione di posti di lavoro rispetto a Bolsonaro
Il Brasile ha iniziato il 2023 con un saldo di 83.300 posti di lavoro con contratti di lavoro firmati a gennaio, secondo i dati del Ministero del Lavoro. Il risultato mostra un calo del 50,2% rispetto a gennaio dello scorso anno, durante il governo Bolsonaro, quando furono generati 167.300 posti di lavoro.
Argentina: la Corte motiva la condanna alla Kirchner, “corruzione di stato senza precedenti”
Rese note le fondamenta che hanno portato alla condanna dell’ex presidente a 6 anni di carcere. I giudici hanno confermato l’attuale vice presidente argentina di realizzare “un piano criminale”. I kirchneristi si mobilitano per difendere l’innocenza di Cristina. “La mafia giudiziaria vuole metterla fuori legge, il popolo argentino non lo permetterà” lo slogan più gettonato ma anche basato su una fake news: alle presidenziali di ottobre la Kirchner potrà partecipare, sempre se il peronismo la sceglierà come candidata.
I presidenti di Colombia ed El Salvador si sono nuovamente “affrontati” su Twitter
Petro ha alluso alla notizia secondo cui il governo Bukele, secondo la Procura degli Stati Uniti, avrebbe fatto patti segretamente con le cosche per ridurre il tasso di omicidi in cambio di condizioni migliori nelle carceri. “Meglio che fare accordi di governo sottobanco è che la giustizia possa farli sul tavolo senza inganni e in cerca della pace”, ha scritto Petro sul suo profilo Twitter.
Bukele ha risposto assicurando di non capire l'”ossessione” del presidente Petro per El Salvador, al quale ha chiesto: “Tuo figlio non è quello che fa patti sottobanco e anche per soldi?”
“Va tutto bene a casa?” riferendosi alle presunte tangenti che il primogenito di Petro, Nicolás, avrebbe ricevuto in cambio di avvantaggiare i criminali nei piani di pace che il Governo sta portando avanti e per i quali c’è già un’inchiesta aperta.
Paolo Manzo, 11 marzo 2023
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