Wall Street Journal e New York Times denunciano svolta antidemocratica della giustizia brasiliana
Lo fanno qui. In sintesi entrambi denunciano l’imminente pericolo per la libertà in agguato in Brasile con una Corte Suprema che sta imbavagliando i suoi critici, congelando i loro beni e persino incarcerando alcuni di loro, il tutto senza un giusto processo. A partire dal 2007, Lula e il suo Partito dei Lavoratori hanno orchestrato il più grande piano di corruzione nella storia dell’emisfero occidentale con la società di costruzioni brasiliana Odebrecht al centro di tutto e che aveva persino un dipartimento di corruzione. Molte persone nel mondo degli affari e del governo sono finite in prigione per aver fatto contratti e pagato tangenti che hanno derubato le casse statali di miliardi di dollari e per riciclaggio di denaro.
Lula, condannato nel 2017, era uno di loro. Molti brasiliani continuano a considerarlo un ladro che ha evitato la giustizia perché l’alta corte lo ha aiutato, facendo politica. Sulle piattaforme di notizie indipendenti, nei social media e nei gruppi di chat private, i suoi crimini rimangono un argomento caldo ma ciò non sta bene al giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, che ha una spiccata vena autoritaria. Sotto la sua guida come capo del tribunale elettorale, che ha governato la campagna e l’anno elettorale 2022, è stata approvata una risoluzione per criminalizzare la “disinformazione” e le “fake news” anche se non esiste una legge del genere in Brasile. Il giudice de Moraes è diventato il volto di un giro di vite sulla libertà di parola che non si vedeva da quando il paese è tornato alla democrazia nel 1985.
Quando un membro di un gruppo privato di chat WhatsApp criptato ha scherzato, in una conversazione trapelata, che preferiva la dittatura al ritorno di Lula, il giudice de Moraes ha firmato un mandato di perquisizione per le incursioni della polizia nelle case di tutti gli 8 membri della chat. “Le autorità hanno congelato i loro conti bancari, citato in giudizio i loro documenti finanziari, telefonici e digitali e hanno ordinato ai social network di sospendere alcuni dei loro account”, scrive il New York Times. Decine di altri brasiliani dalla mentalità indipendente sono cacciati dai social media e messi a tacere ogni volta che de Moraes considera le loro critiche “antidemocratiche”. “La Corte Suprema del Brasile sta inventando la sua legge e se nessuno la ferma, è una minaccia ancora più grande per la democrazia rispetto all’8 gennaio di Brasilia” scrive il Wall Street Journal.
USA e Cuba, un nuovo disgelo è alle porte
L’amministrazione Biden pone le basi per un rapporto più pragmatico con l’Avana, scrive oggi il corrispondente di El País. “Cuba e gli Stati Uniti si stanno muovendo verso un nuovo riavvicinamento. Senza grandi cambiamenti o annunci appariscenti, dopo due anni alla Casa Bianca, l’Amministrazione Biden inizia a gettare le basi per un rapporto più pragmatico e rilassato con l’Avana, con dialoghi di alto livello tra i due governi e l’allentamento delle aggressive misure di asfissia decretate da Trump”.
Sarebbe stato “l’imbarazzo del parziale boicottaggio del Vertice delle Americhe” che “ha rotto la paralisi di Biden”. Da allora fine alle restrizioni di viaggio, ripresa del rilascio dei visti per gli immigrati, ritorno di Western Union e dialoghi bilaterali su sicurezza settimana scorsa tra l’Fbi, e le loro controparti cubane, per esplorare aree di collaborazione nella lotta congiunta contro “il terrorismo, il traffico di droga, la frode dell’immigrazione e il traffico illecito di esseri umani”. Al termine di questi colloqui entrambe le delegazioni si sono congratulate a vicenda e hanno annunciato che la cooperazione continuerà.
Paolo Manzo, 24 gennaio 2023
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