La Pasqua di Bergoglio

Bravo il Papa che fa il Papa (e ha smesso di fare politica)

Ultimamente Bergoglio sembra aver cambiato registro, riaffermando i valori cristiani relativi alla vita

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È da un po’ di tempo che papa Francesco scontenta quel fronte progressista mediatizzato che detta le regole della comunicazione globale. E che lo aveva eletto a una sorta di idolo buonista prèt-à-porter alla stregua di un Bono Vox o di una Greta Thunberg. E Bergoglio, in verità, ai nostri occhi era sembrato fin troppo stare al gioco, poco propenso a sottrarsi all’abbraccio fatale. Il che ci sembrava non solo una svendita a buon mercato del messaggio cristiano al secolo, ma anche una perdita di quella gravitas che è connessa al ruolo e che ogni momento dovrebbe richiamare al senso del mistero e del sacro che è connesso alla vita umana. Che un certo populismo terzomondista in chiave sudamericana si saldasse a quella cultura liberal che detta la regole al mondo non era dopo tuto una novità, ma che è a farsene regista fosse il successore di Pietro ci sembrava, con tutte le cautele e il rispetto del caso, un segno a sua volta deteriore dello “spirito del tempo”.

Ultimamente Francesco sembra però aver cambiato registro, ad esempio riaffermando senza ambiguità i valori cristiani relativi alla vita (contribuendo anche, in qualche misura, a stoppare la legge italiana sull’eutanasia). Fino ad assumere una posizione sulla guerra in Ucraina di schietta impronta cristiana, cioè predicando il disarmo e la pace senza se e senza ma e porgendo lo sguardo alle sofferenze degli umili e delle tante anime innocenti che ovviamente non hanno colore e stanno dall’una come dall’altra. Il pacifismo cristiano, spesso contraddetto nel passato dalla stessa Chiesa, che è istituzione umana come le altre, è questo e non altro.

Ed è inutile tirare il Papa, che fa il suo (sacro) “mestiere”, per la veste talare, come fa la sinistra che domina il popperiano mondo 3. e che resta nel fondo del suo animo intollerante e manichea, e quindi antioccidentale. Anche se per convenienza oggi assume ipocritamente le vesti di un occidentalismo da puri e integri come ama da sempre considerarsi. Quel pacifismo cristiano che va nettamente distinto e separato dai pacifismi strumentali di molti intellettuali sempre della sinistra (alla “Partigiani della Pace” di vecchia memoria per intenderci) e da quelli imbelli da yuppie e figli dei fiori che, per quanto oggi attempati, a comando son sempre pronti a scendere in piazza.

Il pacifismo cristiano non è altro dall’Occidente perché l’Occidente non è altro che questo: la continua tensione fra Chiesa e Potere, fra etica e politica, fra universalismo e particolarismo, fra Dio e Cesare. Papato e Impero. E guai a chiudere il cerchio una vota per sempre, nell’uno o nell’altro senso.

La Chiesa pecca contro lo spirito, ed è poco cristiana, quando smette di fare il suo mestiere e quindi di rappresentare uno dei due poli in cui dialetticamente si svolge la nostra civiltà. Che è una tentazione a cui molto spesso anche Francesco, nella prima fase del suo pontificato, è sembrato, come dicevamo, non sottrarsi, ad esempio quando non ha lesinato attacchi diretti a presidenti americani o a leader italiani democraticamente eletti mentre casomai incontrava senza problemi dittatori populisti sudamericani.

Ovviamente, un giudizio storico su un pontificato intero si potrà dare solo in futuro. Né è da escludere che dietro la scelta di non attaccare direttamente oggi lo zar aggressore ci siano considerazioni di realpolitik connesse ai rapporti con i cristiani ortodossi o al volersi preservare una via di mediazione per la pace che prima o poi dovrà arrivare. Ma le motivazioni non fanno la storia se non per i risultati che producono.

E, fra i tanti prodotti finora generati, ci piace considerare anche la riconquistata autorevolezza di chi, conscio del suo ruolo e di quello dell’istituzione che guida, presa la decisione di far portare la croce della Passione nel Giovedì Santo a una donna ucraina e ad una russa, non si è lasciato spaventare dalle grida scomposte di chi un tempo strumentalmente lo osannava. Francesco ha proceduto dritto senza lasciarsi minimamente ammaliare dalle alcinesche seduzioni del secolo. Che col suo esempio sia questa per tutti, “buoni” e a maggior ragione “cattivi”, una Pasqua di resurrezione!

Corrado Ocone, 17 aprile 2022

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