In particolare, si vede l’imputato – come rivela Venedetiktova – spedire in Russia il cofano di un’auto. Il bielorusso nelle immagini sta infatti impacchettando l’oggetto e non indossa abiti militari.
Questo basta agli investigatori ucraini per tacciarlo come il mandante dell’efferato sterminio di Bucha “il filmato della spedizione è da considerarsi una prova del suo coinvolgimento”. Tralasciando le tifoserie, che non ci interessano, ci chiediamo: qual è il nesso tra un uomo che nella sua città sta impacchettando un cofano della macchina e l’imputazione di aver commesso omicidi, stragi e quant’altro? Su quali basi Kiev – visto che non vengano rilasciate ulteriori dichiarazioni – getta nella macchina mediatica la reputazione di un uomo senza avere conferme concrete?
“L’ho spedito in Russia, è vero – scrive Kolotsey riguardo a quel cofano della macchina – Ma l’ho venduto dopo aver pubblicato un annuncio di vendita prima dei fatti di Bucha. La Procura ucraina incolpa chiunque spedisca pacchi in Russia?”. Di certezze non ce ne sono, come sottolinea anche l’Ucraina nonostante abbia diffuso nome e cognome del probabile criminale, certo è che una ripresa all’interno di un centro di spedizioni in un altro stato appare una prova un tantino riduttiva riguardo al complesso caso di Bucha.
Bianca Leonardi, 4 maggio 2022