Politiche green

“Bugie e omissioni”: il discorso che distrugge la favola dell’auto elettrica

L’eurodeputato smaschera la politica dell’Unione Europea fondata sull’auto elettrica: “Politica di bugie e omissioni”

È stato un vero e proprio smacco, quello avvenuto al Parlamento Europeo, da parte dell’eurodeputato della Lega Alessandro Panza. Il nocciolo della questione è il divieto imposto, con il via libera anche del Pe avvenuto pochi giorni fa, del divieto alla vendita delle macchine a benzina e diesel a partire del 2035. Proprio sulle colonne di nicolaporro.it, qualche settimana fa, segnalavamo il caso particolare della California, Stato federale tra i principali paladini dell’economia “green” e fondata sull’elettrico; eppure, un nuovo report di un gruppo di accademici americani aveva dimostrato l’esatto opposto: non è vero che l’automobile elettrica inquini di meno. O meglio, non è vero che tali veicoli non abbiano emissioni-zero e non siano assolutamente non inquinanti, a cominciare dall’utilizzo di metalli e terre rare, per finire con la costruzione della rete distributiva (i caricatori).

Per approfondire:

Panza smaschera l’inganno dell’elettrico direttamente nelle stanze dei bottoni di Bruxelles. “Le auto elettriche contengono dai 9 agli 11 kg di terre terre rare. Nel loro ciclo produttivo consumano, secondo i ricercatori dell’Università della California, tre o quattro l’energia necessaria per l’automotore termico“, afferma Panza che continua a non mandarle dire: “Sostenere il nostro modello energetico richiede il raddoppiamento della produzione di metalli rari ogni quindici anni circa. E nel corso dei prossimi trent’anni sarà necessario estrarre più minerali di quanti l’umanità ne abbia estratti negli ultimi 70mila anni“.

A ciò, si affianca anche il tema geopolitico e lavorativo. Gran parte dei metalli necessari per sostenere la rete dell’automotive elettrico sono in mano fino al 90-95 per cento alla Cina, rischiando di trasformare l’Unione Europea in una posizione di subordinazione rispetto a Pechino, con la beffa che il mercato delle automobili Ue (benzina e diesel) rappresenta ancora oggi uno dei settori in cui il nostro continente primeggia nel mondo. Si aggiunge poi il rischio di far saltare circa mezzo milione di posti di lavoro. Di seguito, l’intervento integrale di Alessandro Panza al Parlamento Europeo.