Mercoledì scorso, durante una puntata di Otto e Mezzo, condotto su La7 dall’eterna Lilli Gruber, abbiamo scoperto che Diego Della Valle, l’imprenditore italiano più equo e solidale, vive da tempo in una sorta di universo parallelo, nel quale non esiste alcun problema legato alla nostra impresentabile burocrazia.
Contrapposto a Massimo Cacciari, il quale ha sostenuto con forza la necessità di smantellare un sistema amministrativo che crea una crescente inflazione normativa, dai risvolti estremamente contraddittori, la quale tende a bloccare l’iniziativa di chi ha voglia di fare onestamente, senza tuttavia impedire alla corruzione di dilagare in ogni ambito.
Ad un tale, assolutamente realistico quadro di un personaggio che, da ex- sindaco di Venezia, ha potuto toccare con mano i mille lacci e laccioli che paralizzano il Paese, così ha risposto il presidente e amministratore esecutivo di Tod’s: “Quando c’è quest’insieme di interesse generale per il Paese, lo Stato e il privato insieme diventano fortissimi, perché il privato tira una grande volata in questo senso”. Quindi io debbo dire: si può fare, si può fare e lo dobbiamo fare. La vera differenza tra le chiacchiere che mettiamo in piedi in tanti anni e la mia idea è che può essere tutto esecutivo in tempi rapidissimi. Il che vuol dire che la macchina si attiva velocemente, sia che sia una macchina strutturate per costruire posti di lavoro e sia che si costruiscano ospedali o fabbriche nelle zone terremotate e quant’altro.
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Ebbene, in primis vi è da sottolineare la magnificenza di “una macchina strutturata per costruire posti di lavoro”; una definizione che avrebbe fatto invidia a John Maynard Keynes, il quale si era limitato a proporre, all’occorrenza, misure anticicliche, facendo scavare buche per poi ricoprirle. Tuttavia, vorremmo sommessamente ricordare al buon Della Valle che in Italia esiste da decenni una poderosa struttura per creare posti di lavoro inventati. Essa è presente a macchia di leopardo in molti ambiti della nostra colossale amministrazione pubblica, della quale conoscere le varie piante organiche che la compongono è impresa praticamente impossibile.
Inoltre, i tempi rapidissimi a cui fa riferimento il popolare imprenditore marchigiano non sembrano affatto coerenti con l’esperienza di chiunque, in questo disgraziato Paese, abbia avuto a che fare con il mare magnum di licenze, permessi, autorizzazioni, nulla osta eccetera, eccetera. Ci sono tipologie di aziende che solo per poter alzare la saracinesca debbono produrre valanghe di certificati e di perizie tecniche onde ottenere, attraverso una miriade di timbri e bollini, la possibilità di operare sul mercato.
Ma forse il nostro eroe equo e solidale, sostenitore di una imprenditoria totalmente dedita al bene comune, nel suo ostentato ottimismo della ragione, se così lo vogliamo definire, confonde i suoi utopistici desiderata con la realtà di un Paese che funziona ancora con i timbri e la ceralacca, costringendo gli eroici produttori di valore aggiunto a perdere le loro giornate in inutili, logoranti e costosi itinerari burocratici senza fine. Il resto, come rileva inconsapevolmente lo stesso Della Valle, sono solo chiacchiere da salotto televisivo.
Claudio Romiti, 1 aprile 2023