L’indicazione del nome di Buttafuoco a presidente della Biennale – ufficiale o ufficiosa che sia – è una straordinaria notizia non solo per la qualità dell’uomo ma per l’originalità del suo pensiero.
I presidenti della Biennale sono stati talvolta buoni amministratori, spesso senza idee sullo spirito dei tempi che non fossero quelle dominanti, anche con i buoni risultati della lunga gestione Baratta e di quella più delicata di Cicutto, ma non si conoscono i loro pensieri e i sentimenti profondi, diversamente da Buttafuoco, che ha idee, passione, e una visione non prevedibile e convenzionale del nostro tempo, della storia, del costume, del teatro; strumenti necessari per una discontinuità che faccia uscire la Biennale dai luoghi comuni. Buttafuoco ha un pensiero libero.
Finalmente una Biennale nuova, come chiede la sua stessa vocazione. E finalmente alla sua direzione un poeta, che si è misurato con i tempi difficili dando risposte mai prevedibili.
Anche la sua conversione all’Islam è una garanzia di originalità nel rapporto tra la storia dell’Occidente e il suo declino che prevede dialoghi per affinità, restituzioni di valori condivisi, non conflitti. Evviva Buttafuoco!
Vittorio Sgarbi, 27 ottobre 2023