Rassegna Stampa del Cameo

Il cacciaballe Elon Musk

Rassegna Stampa del Cameo

1 “Musk lancia il camion elettrico a guida autonoma”
Sono una quindicina d’anni che Musk fa il cacciaballe (chiedo scusa, il politicamente corretto impone il termine visionario) ci preannuncia radicali cambiamenti nel mondo dei prodotti: dalle auto elettriche, ai treni, ai razzi (l’ultimo è il diretto New York-Londra in 30 minuti, sic!), ai tunnel sotto le città (e pure gratuiti), alle super batterie, e ora il camion elettrico a guida autonoma.

Possiede un curioso processo mentale: in breve tempo percorre la fase della progettazione, della prototipizzazione, quando va bene arriva alle piccole serie poi si blocca. Raccoglie ordini mostruosi ma la fase della produzione di serie non la ama proprio, infatti di investimenti in stabilimenti proprio non se ne parla. Eppure i più importanti intellettuali italiani sbavano appena dici Mu …, non parliamo degli economisti tutti sdraiati sui tappettini ad ascoltarlo (grande la mia stima verso Oscar Giannino che resiste in solitudine agli orgasmi multipli di costoro: vuole vedere).

Ieri una buona notizia: il presidente di Toyota Uchiyamada ha tagliato corto: “Musk e la sua Tesla non lo consideriamo un concorrente, non è un esempio da seguire, le batterie adatte per ora non ci sono e ci vorranno anni per svilupparle. Noi ovviamente ci lavoriamo”. Non ha aggiunto che la soluzione ottimale Toyota l’ha già: l’ibrido.

Posso dirlo sottovoce? A me Musk ricorda il banchiere Giuffrè di fine anni 50. Fuochi d’artificio per alcuni anni poi le luci si spensero, e lui tornò il poveraccio che era all’inizio, mori in miseria. Per Musk provo tenerezza perché mi sono convinto che il suo circuito mentale prescinda dalla fase dell’execution.

Come tutto il mondo di Silicon Valley: il loro modello è vecchio come il cucco, costruire di riffa o di raffa loschi monopoli. Senza quelli il business, basato su furbate, non regge.

2 “Le infezioni in ospedale uccidono due volte di più degli incidenti stradali”
È un periodo strano questo, se hai una certa età ormai muoversi è un rischio. Se sei un pedone rischi la vita per strada, ora persino sui marciapiedi causa nazi ciclisti. Se rimani in casa sei derubato, così per strada, se donna sei palpeggiata sul lavoro, ovvero violentata per strada o dal tuo medico.

Pensavi che almeno in ospedale saresti stato tranquillo, invece no, hai otto probabilità su cento di uscire guarito dalla malattia con cui eri entrato ma malato di una nuova che hai contratto in ospedale. Ci vorranno mica morti?

3 “La Cappella della Sindone torna libera dai ponteggi”
Ci sono voluti trent’anni ma finalmente ha perso i ponteggi e riavuto il suo originale colore avorio. Per la fase finale gli operai sui ponteggi, tutti vestiti di rosso casco compreso, sembravano personaggi di un carillon di Natale, a detta di una bimba francese (frase non sfuggita alla cronista de La Stampa).

4 “La mafia cerca un nuovo padrino”
Detta così sembra una ricerca di Egon Zehnder per un nuovo Ceo.

5 “Perché un garante?”
Mi pare barocco che un leader nomini un ambasciatore per parlare con un leader suo predecessore, stante che si sono appena lasciati in malo modo, e che a sua volta l’ambasciatore voglia mettersi sotto le ali protettive di un ex leader che si propone come “garante” del tutto. E perché no il “garante del garante?”

Riccardo Ruggeri, 20 novembre 2017