Massimo Cacciari, ospite mercoledì scorso del salotto televisivo di Lilli Gruber, ha presentato una interessante iniziativa di controinformazione che prenderà il via l’8 dicembre a Torino, denominata “Commissione Dubbio e Precauzione”.
Non appena l’autorevole esponente di un dissenso abbastanza diffuso nel Paese ha spiegato che in tale occasione parleranno innumerevoli scienziati che in tutto o in parte non condividono l’imperante visione unica -definita dallo stesso Cacciari “o vaccino o morte-, i due talebani sanitari presenti lo hanno tacciato di eresia. In particolare, Beppe Severgnini, spalleggiato da Alessandro De Angelis, scuoteva la testa in senso di disapprovazione preconcetta non appena l’ex sindaco di Venezia iniziava a parlare e, senza nemmeno ascoltare i nomi degli studiosi eterodossi che ha provato a menzionare Cacciari, ha stabilito che i veri scienziati li conosce solo lui, glia altro sono solo emeriti cialtroni che non sanno distinguere “una virus da un carburatore”. Inoltre, questo ennesimo campione del terrore virale, ha ribadito una analoga ammonizione, anch’essa riportata su queste pagine, già precedentemente espressa nei riguardi del microbiologo Andrea Crisanti, che così possiamo sintetizzare: è pericoloso esprimere troppi dubbi e pareri discordanti su questa materia in prima serata tv, perché poi la gente si spaventa e non si vaccina.
Ecco, io trovo veramente agghiacciante un siffatto e reiterato appello all’autocensura da parte di Severgnini, soprattutto in considerazione del fatto, assolutamente decisivo, che non stiamo parlando di un virus, il Sars-Cov-2, che manda chiunque lo incontri in terapia intensiva o all’obitorio. Semmai è la martellante propaganda del giornale unico del virus, di cui il notista del Corriere della Sera costituisce un esempio preclaro, che tende a fuorviare l’opinione pubblica, spacciando una malattia grave solo per una ristretta fascia della popolazione, la quale ora fortunatamente può contare anche su un vaccino, per una sorta di piaga d’Egitto del terzo millennio.
Certo, per chi continua a trarre beneficio politico e professionale, da questo clima di insensato terrorismo, basato attualmente su un tasso di letalità che in questo inizio d’inverno sembra in linea con quella dell’influenza stagionale, non può che preoccupare l’iniziativa di un anziano accademico il quale, con ammirevole energia e coraggio, sta cercando di riportare il dibattito nazionale ad una condizione di accettabile equilibrio, tanto sul piano scientifico che costituzionale.
Claudio Romiti, 2 dicembre 2021