Ecco la risposta. “Penso sia chiaro a chi è dotato di memoria storica – spiega Cacciari – che queste sciagure, come quelle in ex Jugoslavia e Cecenia, ormai ignorate, derivano dal fatto che l’Occidente e l’Europa abbiano rinunciato ad avere una strategia dopo la vittoria della Guerra Fredda. Invece di limitarsi a osservare il disgregamento dell’Unione Sovietica, occorreva allora un’azione diplomatica, politica e culturale per governare questo processo, che riguardava e riguarda l’Europa da molto vicino. Non abbiamo fatto assolutamente niente. Anzi sì: abbiamo bombardato Belgrado”. In sintesi: pure l’Occidente ha le sue colpe.
Anche Alessandro Orsini, professore della Luiss, ritiene che molte delle colpe di questo conflitto siano da imputare anche ad una errata azione geopolitica dell’Ue. E pure lui infatti è finito a “processo”, sia sui media che al Senato Accademico. Perché ormai non basta affermare, come fa Cacciari, che “l’Ucraina va sostenuta senza se e senza ma“: se ti permetti di far notare che “bisogna far capire alla Russia che si è pronti a sedere a un tavolo per risolvere le questioni controverse”, ammettendo “i nostri limiti e i nostri ritardi”, allora finisci con l’essere considerato un “putiniano”. Traditore dell’Occidente.