Politiche green

Caldo infernale?

Caldo, il climatologo spiazza i media catastrofisti

climatologo caldo 2023

In questa estate in cui a Milano “non ha mai fatto caldo negli ultimi 260 anni” e in cui da 120mila non sudavamo così tanto sotto il sole (Giannini dixit), le opzioni sono due. O in Italia esiste un posto freschissimo sulla pianura padana, il territorio imolese, unico nel suo genere. Oppure la narrazione sul caldo rovente ci è sfuggita un po’ di mano. O meglio: è sfuggita a chi rincorre da settimane il titolo sull’estate torrida anche se le temperature medie assicurano che il luglio 2023 sia stato più fresco del luglio 2022.

Ieri il Resto del Carlino ha pubblicato un’interessante intervista a Fausto Ravaldi, coordinatore della rete agrometeorologica dell’Istituto Scarabelli di Imola. Uno insomma che ti meteo e temperature se ne intende, masticandole tutto il giorno. Con la fine dell’anticiclone africano e la “rottura” della stagione con le piogge di questi giorni, Ravaldi ci tiene a precisare che “parlare di temperature record alle latitudini di Imola non è corretto”. Come, scusi? Possibile? Sì: “Fino allo scorso 25 agosto – assicura – non abbiamo mai toccato i 38 gradi di massima”.

Questo non significa che non abbia fatto caldo, per carità. E neppure che in altre zone rispetto alle stazioni considerate dallo studioso non si sia andati anche oltre. Però non sarà l’estate 2023 ad essere ricordata come la più calda di sempre, checché ne dicano i titoli dei giornali. “Il vero record fu segnato il 5 agosto 2017 con 43,8 gradi – spiega l’esperto analizzando i registri –. Quella sì che fu una settimana infernale, quando le temperature superarono ogni giorno, dal 3 al 7 agosto, la soglia dei 41 gradi”.

Il punto è che ogni estate fa notizia a sé. E tende a diventare nei titoli dei giornali “la più calda di sempre”. Tuttavia, a Imola, “nel 2011 il picco segnò i 41,4 gradi mentre nel 2013 arrivammo ad una massima di 42,2”. Ben lontani dai dati odierni.
“I mesi estivi del 2023 sono stati nella media in termini di caldo, anche al di sotto rispetto alla panoramica storica di Imola”. In fondo il Colonnello Mario Giuliacci l’aveva assicurato a giugno, quando si blaterava di estate ai limiti dell’infernale: “Niente cinquanta gradi, nessuna fine del mondo, non finirà quest’estate, ve lo assicuro”. E in effetti siamo ancora qui. Non solo a Imola.