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Campo largo, game over: Appendino sbatte la porta in faccia al Pd

La vicepresidente del M5S conferma: niente asse giallorosso in Piemonte: “Coi dem divergenze politiche”

appendino schlein © Believe_In_Me tramite Canva.com

Chiara Appendino sbatte la porta in faccia al Pd. In un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera, l’ex sindaco di Torino ha toccato diversi argomenti, che vanno dalla rottura con il Partito Democratico in Piemonte all’influenza politica nelle prossime elezioni Europee e Amministrative. E ha messo in chiaro quello che la Basilicata aveva già reso abbastanza evidente: l’alleanza tra M5S, Pd e centristi, l’unica in grado di “battere le destre”, non esiste. E forse non esisterà mai.

“Di fronte alla mancanza di risposte su questioni fondamentali, abbiamo dovuto prendere atto dell’impossibilità di allearci con il Pd”, ha dichiarato chiaramente Appendino parlando della scelta del candidato in Piemonte e della gestione del Partito Democratico in passato. “Questo Piemonte è malato e il Pd non può essere la cura”. Chiara Appendino ha inoltre commentato sulle tensioni personali con esponenti del Pd locale, sostenendo che la politica non dovrebbe essere influenzata da tali frizioni. “Non è questione di beghe personali. Le divergenze sono politiche”, ha affermato, sottolineando che il Pd guidato da Lo Russo segue troppo da vicino le orme della destra regionale.

Di fronte all’ipotesi di un’autorete divisionista che potrebbe lasciare il Piemonte nelle mani della destra, l’esponente del Movimento 5 Stelle ha mostrato ottimismo: “Vedremo come si esprimeranno i cittadini, noi ci presentiamo con un progetto di cambiamento ambizioso e credibile”. Appendino ha poi criticato duramente l’operato di Cirio in Piemonte, parallelo a quello di Meloni a livello nazionale.

Riflettendo sul panorama politico italiano, Appendino ha evidenziato le differenze territoriali nel panorama politico e ha sostenuto che alleanze come quella avvenuta in Sardegna possano funzionare, ma solo se basate su progetti seri e condivisi. Già, ma quali? E poi: che fare di Calenda e Renzi? Appendino, un po’ come Conte, non ne vuol sentire nemmeno parlare, considerando i leader di Azione e Italia Viva più vicini alla destra che al M5S: “Il campo larghissimo lo hanno fatto loro partendo da Meloni e arrivando a Calenda e Renzi”, ha sottolineato la vicepresidente dei grillini. Tempi duri per Elly Schlein e il suo progetto unionista, che al momento resta in campo a dispetto delle fratture in Basilicata e Piemonte.