Buoni o cattivi? Pietrangelo Buttafuoco ribalta le prospettive e rimuove la cappa del politicamente corretto dalla sfera culturale. Tra riferimenti artistici e letterari, il presidente della Biennale di Venezia non esita a condannare le “schizofrenie” ideologiche del tempo presente, che, in nome di un discutibile revisionismo, cercano di imbrigliare la cultura nelle maglie della fenomenologia woke.
“A differenza dei ‘cattivi’, che hanno le censure, noi che siamo ‘i buoni’ e che siamo il mondo libero abbiamo i tabù, che sono inaggirabili”, evidenzia Buttafuoco ai nostri microfoni, mettendo in risalto il paradosso. Il tema di scottante attualità è peraltro stato al centro dell’overture che il giornalista catanese e il direttore d’orchestra Beatrice Venezi hanno interpretato alla Ripartenza 2024 di Bari, attraverso una singolar tenzone in punta di poesia e di musica. “Abbiamo cercato di scherzare pesantemente attraverso l’aiuto di Puccini e di Petrolini”.
A Nicolaporro.it, poi, il presidente della Biennale di Venezia ha ricordato come certe forme di cancel culture siano sempre esistite e abbiano rappresentato, anche in passato, un pericolo. “Un’idea di mondo rinnovato all’insegna di un bene assoluto portò alla distruzione della città di Palmira, alla messa a morte di Ipazia, a bruciare Platone, Aristotele, Teocrito e tutto quanto arrivasse dal passato, perché ormai erano arrivati i ‘buoni’ che non avevano più bisogno di quel passato ‘cattivo’…”, ha argomentato il professore.
E i tentativi antisemiti di estromettere Israele dai progetti universitari e dai consessi culturali? La profezia di Buttafuoco: “Sono schizofrenie di un mondo e di una fase che si chiama ‘anteguerra’. Poi arriverà la fase incandescente. Per ora il gregge va di qua e di là in cerca di un dirupo”.
Marco Leardi, 16 luglio 2024
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