I sindacati si confermano ancora una volta l’unica vera opposizione al governo di Giorgia Meloni. L’Unione sindacale di base (Usb) ha vinto il braccio di ferro con il ministro Matteo Salvini per lo sciopero di 24 ore in programma oggi, venerdì 13 dicembre. Ieri il Tar del Lazio, con decreto monocratico, ha accolto la richiesta di sospendere l’ordinanza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti firmata dal vicepremier martedì scorso, con la quale l’agitazione generale nel settore trasporti era stata ridotta a quattro ore.
“Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l’ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio” la reazione di Salvini, mentre l’Usb è in festa: “Una bella giornata per la democrazia”. Sicuramente meno per i lavoratori, costretti a fare i conti con disagi significativi per l’intera giornata, nonostante le asce di garanzia nei trasporti per evitare il blocco totale.
Salvini aveva adottato la precettazione con il sindacato Usb come accaduto con le iniziativa di Cgil e Uil. Il sindacato di base aveva fatto sapere di non avere intenzione di adeguarsi, considerando che a differenza della mobilitazione del 29 novembre non c’era stata alcuna delibera da parte della Commissione di garanzia sugli scioperi, che non aveva obiettato nulla a proposito della regolarità della protesta indetta da Usb. Ma non è tutto. Oltre lo stop dei trasporti, in programma la mobilitazione degli Ncc e due manifestazioni di protesta, una a Roma e una a Milano.
Se per il Tar non ci sono ragioni per la precettazione – “i richiamati disagi discendenti dallo sciopero appaiono riconducibili all’effetto fisiologico proprio di tale forma di astensione dal lavoro” – quella di oggi sarà una giornata infernale per lavoratori e pendolari. Entrando nel dettaglio della protesta, l’agitazione ha avuto inizio alle 21.00 di ieri e continuerà fino alle ore 21.00 di oggi. Attese ripercussioni sul trasporto pubblico locale – tram, metro e autobus – ma anche su treni e Ncc.
Sia il trasporto pubblico locale che il trasporto ferroviario subiranno ritardi e cancellazioni. Trenord ha reso noto che sono possibili ripercussioni al servizio regionale, suburbano, aeroportuale e di lunga percorrenza. Come anticipato, sarà garantito il viaggio di una serie di treni, ma nulla più. In caso di stop dei treni del servizio aeroportuale, saranno istituiti bus senza fermate intermedie. Grandi disagi per chi viaggia con Trenitalia e Italo: si temono modifiche alla circolazione di Frecce, Intercity e treni regionali. Non è possibile escludere cancellazioni e ritardi anche dopo l’orario di termine dello sciopero.
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Le grandi città saranno le più colpite dallo sciopero. Rischio paralisi per i servizi Atm a Milano, stessa situazione a Roma con la rete Atac. Stop a treni, metro, autobus e tram Gtt a Torino (fasce garantite 6-9 e 12-15), criticità anche a Napoli per la mobilitazione della società Anm. Insomma, saranno ore campali che metteranno a rischio la mobilità in tutto lo Stivale. Una situazione incredibile, considerando alcune delle motivazioni citate per giustificare lo sciopero. Sì, perché se da una parte troviamo “salari da 30 anni sotto il costo della vita, turni di lavoro massacranti, ampio uso della precarietà e degli appalti e una ferita enorme che si chiama salute e sicurezza” oppure “contratti nazionali sottoscritti al ribasso con aumenti inadeguati e peggioramenti plateali della condizione lavorativa”, lo sciopero è stato programmato anche per le scelte del governo che hanno ricadute pesanti “sulle libertà democratiche e sul rischio sempre più concreto di vederci coinvolti in una pericolosissima spirale di guerra”. Ma cosa diavolo c’entra? Manca solo l’hashtag pro-Pal e ci siamo. Robe da pazzi.
Come se non bastasse, lo sciopero interesserà i lavoratori della scuola – ad eccezione del personale degli istituti di primo e secondo grado di Trento, Co.e.si e Asif di Pergine Valsugana – e il comparto sanità, in guerra con il governo per i fondi stanziati nella manovra finanziaria. Potrebbero verificarsi disagi nell’erogazione dei servizi sanitari (esami, ambulatori e così via) e amministrativi (prenotazione esami, accettazione e altri), anche affidati a ditte esterne, che si dovessero manifestare a livello sia territoriale che ospedaliero. Quantomeno saranno garantiti tutti i servizi minimi essenziali previsti per il settore. Non solo i disagi legati ai trasporti, ma famiglie in difficoltà anche per le scuole chiuse e i servizi sanitari dimezzati.
Franco Lodige, 13 dicembre 2024
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