Salute

Fine emergenza mai

Caos sulle mascherine, cosa ha deciso il Cdm

Concluso il Consiglio dei ministri. Le novità sulle mascherine? Il solito tira e molla: ancora valutazioni sugli aerei

Salute

Mascherine al chiuso, oggi il nuovo giro di boa. Doveva scadere oggi il 15 giugno, infatti, la norma del Ministero della Salute che obbligava all’uso delle mascherine sui mezzi di trasporto, nelle Rsa e negli ospedali, nonostante la fine dell’emergenza Covid. Cosa succede da domani? Le mascherine saranno effettivamente abolite? Pia illusione: le mascherine restano fino al 30 settembre.

È curioso che le mascherine siano ormai sparite da tutti i luoghi frequentati dai giovani: stadi, discoteche, locali, attività sportive, raduni affollatissimi di qualunque tipo all’aperto come al chiuso, ma, dopo esser rimaste fino alla fine a scuola, e raccomandate agli esami, adesso resistono sui treni (e gli aerei, forse!). Luoghi difficilmente immaginabili affollati come il concerto di Vasco Rossi o di Blanco nei palazzetti dello sport!

Ma siamo in Italia. E il Governo italiano, unico in Europa e nel mondo, continua a fornire quotidianamente, col colpevole megafono dei media, gli inutili dati sui “casi Covid”. Fa tutto parte di una narrazione che deve educare. In Italia, a 30 gradi, la gente non può sognare il mare né un Paese che riparte. Ma bisogna continuare a parlare di un virus che non fa più paura da mesi e che ora ossessiona soltanto le persone più spaventate.

Oltre al bollettino quotidiano, c’è la mascherina: simbolo per eccellenza del governo Draghi. E di questa Italia.

Ché se qualcuno ancora s’interroga sul perché, ogni dubbio glielo risolve il Ministro Bianchi, “c’è un valore educativo in tutto questo. Noi abbiamo insegnato ai nostri ragazzi ad avere attenzione e rispetto per gli altri, non si può far passare il messaggio che togliere la mascherina sia un atto di liberazione. È un atto di responsabilità”.

Eccolo qua il paternalismo di Stato: le mascherine devono restare appiccicate, e sopratutto alla bocca di giovani e giovanissimi, non per un reale e concreto rischio sanitario, ma per una imposizione di uno Stato diventato etico che ti deve dettare le regole del buon vivere. E cosa importa della realtà, della scienza e dei fatti!?

E infatti in questo strano Paese che si chiama Italia, non riusciamo proprio a liberarci dalla follia normativa sulla mascherine anti-Covid.

In questo contesto, in cui trovare della logica pare oggettivamente impossibile, non può certo stupire che il ministro Roberto Speranza, a capo di un ministero e di un partito sotto il 2%, abbia deciso insieme al Cdm di prorogare l’obbligo di mascherina fino a settembre. Le prime voci e i rumor erano trapelati ieri. Ogg è arrivata la conferma secondo quanto trapela da fonti del Consiglio dei ministri. I dpi restano obbligatori sui mezzi pubblici fino al 30 settembre, così come in ospedali e Rsa. Mentre sarebbe in corso una “valutazione” sugli aerei visto che occorre verificare la compatibilità con le regole valide negli altri Paesi.

È un’Italia assuefatta, ormai, dopo due anni di lockdown, banchi a rotelle, DaD, sospensioni dal lavoro, ostracismi di studenti non vaccinati, Green pass super, quella che recepisce oggi le direttive sulle mascherine non protesta neanche più. D’altronde cosa ci si può aspettare da un Paese nel quale la scuola ha perso la sua funzione di faro del sapere per diventare un’ancella di un potere irrazionale. Con orgoglio rivendicata, tra l’altro.

L’irrazionale regime di mascheramento ha spadroneggiato prima di tutto nel mondo della scuola perché la scuola crea i cittadini, i medici, i giornalisti, i politici, gli operai e i filosofi di domani. E li creerà tanto più asserviti al potere quanto più con docilità si saranno lasciati imbavagliare senza neanche esser minacciati.

Poi c’è il resto della società dove l’istintiva reazione di rifiuto verso il ritorno alla normalità, la vita pura e semplice, ci mette davanti agli occhi, impietosamente, un aspetto molto più profondo e storicamente sedimentato della società italiana. Questa psicosi pandemica tanto diffusa e persistente ha portato alla luce quasi una pretesa di protezione pressoché assoluta. La mascherina è il simbolo di un’Italia che ha chiesto l’“assicurazione” contro ogni cambiamento e incertezza della vita alle istituzioni, e ha preteso di estenderla fino al “diritto” di non ammalarsi.

In questo contesto, in cui trovare della logica pare oggettivamente impossibile, chi può stupirsi se il ministro Speranza, esponente di un partito sotto il 2%, si batte per prorogare l’obbligo di mascherina fino a settembre?

Qualcuno lo chiamerà scherzo del destino quello che lo vuole positivo al Covid, proprio il giorno della proroga. Se la realtà ha smentito Draghi circa il fatto che green pass, e dunque vaccino, avrebbero donato all’umanità la certezza di trovarsi tra persone non contagiose, il fatto che la mascherina eviti il contagio è l’ennesima bufala. Per dire il meno. E proprio il caso Speranza ce lo conferma.

Per commentare prendiamo, però, in prestito le parole di Zangrillo, primario al San Raffaele di Milano, “Faccio gli auguri al ministro della Salute, Roberto Speranza ben consapevole che per un uomo giovane e forte si tratta fortunatamente di un non problema. Dopodiché l’occasione è ghiotta per ribadire che siamo di fronte alla prova regina dell’inutilità assoluta della mascherina. So che così dicendo scatenerò la reazione della rigida ortodossia virologica protezionistica ne sopporterò le conseguenze. Ma al solito la medicina è fatta di competenza, conoscenza della realtà e buonsenso”.

Poi, ovviamente, c’è il super consigliere, Walter Ricciardi, che proprio nel giorno della proroga, regala al mondo un’altra delle sue profezie: ottobre ci sarà una “tempesta perfetta” con l’ipotesi di 100mila casi al giorno e la curva “in forte risalita”. “La nostra raccomandazione è di mantenere la mascherina nei luoghi chiusi e affollati e di tenerla obbligatoria nei trasporti locali, sul treno e in aereo”. Mascherina che, però, non ha protetto Speranza dal contagio, come nessun italiano del resto.

Intanto, siccome di parla di mascherine, ma qualcuno nel frattempo ha pagato, o chiesto scusa, per i 218 milioni e 500mila mascherine acquistate nel 2020 dalla struttura commissariale per l’emergenza coronavirus, all’epoca gestita da Domenico Arcuri, e mai utilizzate?

Lorenza Formicola, 15 giugno 2022