Oh oh: c’è un Galli che canta contro l’esperta di polli. È il televirologo Massimo Galli, che ieri, ai microfoni di Radio Capital (sì, è anche radiovirologo), ha commentato il possibile ingresso della collega Ilaria Capua nel governo Draghi, al ministero della Salute: “Non la vedo assolutamente adatta per quel ruolo. Non ha nessuna, nessunissima esperienza di sanità pubblica. Se si cerca il nome di un tecnico serve qualcuno competente in quell’ambito”.
E per carità, stavolta Galli la dice giusta. La Capua ha, come meriti principali, l’esser stata vittima di un processo ridicolo per traffico internazionale di virus, l’aver fatto la parlamentare per Mario Monti e l’aver scritto un immancabile libro sulla pandemia. Il Dopo è un saggetto pieno di banalità ecologiste, in cui s’ignorano le colpe della Cina, in cui la pandemia sembra colpa dei cambiamenti climatici e i vaccini antinfluenzali vengono raccomandati come rimedio anti coronavirus perché, scrive la Capua con stupefacente rigore scientifico, “ne sono convinta”.
Unico caveat: non sarà mica che Galli, dopo tanti buoni uffici al governo uscente, dopo averci raccontato che la seconda ondata è stata colpa degli italiani e che le elezioni sarebbero costate migliaia di morti, s’aspettava che, anziché la veterinaria, in Lungotevere Ripa avrebbero chiamato un “tecnico competente”, magari milanese, magari dell’ospedale Sacco?
Nicola Porro, 4 febbraio 2021