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Autonomia differenziata, premierato e riforma della giustizia: sono tutti punti del programma elettorale dello schieramento che ha vinto le ultime elezioni. La gente li ha votati per queste cose, chi ha votato per i partiti di centrodestra, cioè la maggioranza di chi è andato a votare, vuole queste riforme. È infantile e inutile gridare adesso all’attacco alla democrazia e alla Costituzione. Ancora più banale sottolineare l’astensione, la bassa affluenza, le percentuali.
Se si fosse pensato prima a costruire un’alternativa seria e credibile; se non si fossero passati gli anni a costruire improbabili maggioranze parlamentari per sostenere governi che facevano tutto e il contrario di tutto; se non si fosse avuto un rapporto così schizofrenico con il potere; se non si fossero passati i mesi ad allargare e poi stringere e poi allargare di nuovo sto campo largo, tirando una volta dentro uno, poi cacciando un altro, poi riprendendolo e via così ad libitum; se il partito di riferimento del centrosinistra non si fosse ogni volta attorcigliato su sé stesso in cervellotiche lotte intestine, arrivando al paradosso che oggi segretaria e presidente del partito, Elly Schlein e Stefano Bonaccini, sono gli stessi due candidati che fino a qualche tempo fa reclamavano l’autonomia differenziata quando erano in corsa per guidare l’Emilia Romagna, mentre adesso corrono in piazza gridando alla vergogna, forse l’altra gente, quella che magari ti avrebbe ancora ideologicamente votato, non si sarebbe stancata e avrebbe partecipato alle elezioni. E forse oggi in Parlamento avremmo ben altro scenario e parleremmo di altro.
In conclusione: il problema non è cosa fa la destra, lo sappiamo cosa fa e cosa vuole fare, cosa ti aspetti che faccia? Fa cose di destra, appunto. Il problema è: a sinistra hanno finalmente capito la lezione e sono pronti a cambiare spartito o andranno avanti come hanno fatto nell’ultimo decennio, garantendo al centrodestra di governare altri vent’anni? La domanda mi devasta.
Guglielmo Mastroianni, 19 giugno 2024
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