Chiesa

Cardinale Zuppi, che tristezza la Chiesa a servizio della sinistra

Il presidente della Conferenza episcopale italiana ha mosso critiche su premierato e autonomia

cardinale zuppi europee © Thibault Renard tramite Canva.com

La chiamano era liquida, società liquida, mondo libero per dire inafferrabile, indefinibile e la sensazione è che sia un mondo sfuggito a se stesso e in esso che tutto sia fuori dal controllo di se stesso, inclusa la Chiesa che, al pari del resto, cultura, arte, spot, appare ridotta alla caricatura di ciò che era. Come riconoscere, infatti, una Chiesa che sempre di più mostra un livello anche culturale di clamorosa mediocrità, le cui facce rappresentative sono quelle degli Zuppi di Sant’Egidio, del cardinal Delpini vescovo della Milano balcanizzata e islamizzata che a lui sta benissimo e lo dice chiaramente?

Bergoglio con le sue escandescenze verbali e vernacolari sfugge a una Chiesa che gli sfugge e sfugge al suo pontefice e soprattutto a se stessa la Chiesa che rinnega l’antico opportunismo sapienziale e si mette in mano alle Ong, alla banda Casarini come la chiama Maurizio Belpietro, ottenendo in cambio una ingratitudine giudesca, “quei mona di preti” e intanto il ferrovecchio dell’antagonismo veneto incassa. Che dire di una Chiesa che ha invertito l’utilitarismo strategico, capire prima di tutti dove cambia il vento e salire sulla nuova corrente con l’aria di chi accoglie ,quasi controvoglia, e invece sta seguendo, si va adeguando al nuovo potere che saprà come sempre assecondare per infiltrare, per dirigere secondo i suoi scopi?

A questo punto, nel mondo liquido la Chiesa è gregaria e non fa niente per nasconderlo. I suoi Zuppi offrono uno spettacolo miserabile e sconcertante nel mettersi al servizio della sinistra europea e mediterranea, nell’entrare non con passo felpato ma con la gamba tesa di un Romeo Benetti nelle faccende mondane e mediocri del pollaio elettorale, della politica di potere. Che parla a fare un capo dei preti di riforme laiche, di premierato per polemizzare con la Meloni quasi fosse mandato dalla Schlein? Come fa questa Chiesa peggio che gregaria, questa Chiesa servile e patetica a dire apertamente per chi vota, la sinistra salottiera e pro Hamas, e per chi dovrebbero votare i suoi fedeli?

E i fedeli difatti la ascoltano sempre meno, la mollano. Memori ancora delle recenti vessazioni in tempi di pandemia, la comunione con la mascherina, le discriminazioni per niente cristiane sui cosiddetti novax, i templi sbarrati, i troppi don Abbondio, l’obbligo vaccinale forsennato, più da setta di regime, da clero assuefatto, sudamaricano che da auctoritas ragionante, prudente, comunque riferita in ultima istanza a Gesù Cristo non a Draghi o Mattarella. Ma per Zuppi andava bene così e chi non è d’accordo finisca ancora nell’alone dell’odio, con talebano furore. Poi dicono che i cattolici non seguono più. Se ne rende conto la Chiesa sfuggita a se stessa che le sue cattedrali, che i suoi sacramenti sono sempre più disertati? Certo non lo può ignorare, non fosse altro che per ragioni di bottega, ma alla Cei, ai Delpini e Zuppi di Sant’Egidio va bene così e consigliano il ramadan.

Ma è troppo comodo cavarsela con la secolarizzazione che risolve tutto, la verità è che i cristiani disperatamente cercano e non trovano pastori in sintonia, che quelli che si ritrovano non li capiscono e, come il Lucio Dalla di “Telefonami tra vent’anni”, potrebbero dire: “E non ho voglia di capirti”. Milano e l’Italia balcanizzati, africanizzati, islamizzati ma Zuppi insiste: ce ne vogliono di più, lasciate fre alla Ong che dietro ci stiamo noi. Ma non occorre essere cristiani distratti, tutt’altro, non occorre essere dei qualunquisti e complottisti fuor dalla grazia d’Iddio, tutt’altro, per capire che il discorso è ignobile perché finalizzato, orientato con ogni evidenza alla gestione del business. O, come diceva il Buzzi di “mafia capitale”: coi negri si fanno più soldi che con la droga”.

Le gerarchie ecclesiastiche, anche senza essere dei don Caccia o quell’altro che da 20 anni sconvolge Vicofaro in quel di Pistoia, il don Biancalani, sanno benissimo che questa immigrazione incontrollata e scatenata, ingestibile, distrugge senza costruire, che non è assimilabile a maggior ragione se islamica, che già detta le sue leggi allo Stato laico e perfino alla Chiesa cattolica: e gli va bene così, prima la gallina delle accoglienze e dei sussidi, poi i costi ed immani costi sociali che tanto paga lo Stato, li pagano i cittadini e i fedeli. Lo sanno questi vescovi cinici che certe Ong, non tutte ma alcune sì, nella vigile preoccupazione degli apparati di sicurezza, stanno dentro al traffico della droga afghana e balcanica, del fentanyl micidiale che è l’ultima frontiera dell’autodistruzione?

Certo che lo sanno ma poi si trova sempre un diavolo metafisico, o magari concreto, di destra, sovranista, cui dare la colpa. Come nel film di Trinità, coi frati terrorizzati e omertosi: “Ma insomma chi è che vi ha pestato e depredato il convento?”. “È stato Lucifero, Lucifero in persona”. E Bud Spencer-bambino: “Mai sentito, dev’essere un professionista dell’est”. Lucifero in persona è la Meloni e la salvezza degli angeli sarebbe la Von der Layen, l’Unione Europea delirante e scristianizzante che definisce un feto “materiale umano da donna o da uomo”, la sinistra mediterranea che affoga nelle sue corruzioni qatarine o marocchine ma la Chiesa se le conviene è ecumenica, perdonante e l’informazione libera e santa dimentica appena può. Si concentra sui cambiamenti come questa Chiesa magica o da film d’evasione. Solo che a evadere sono i fedeli.

E il capo Zuppi, col suo faccino ritorto, col ciuffetto rivoluzionario che non ce ne voglia ricorda a volte Cesare Battisti, ghigna, si fotografa con Casarini, dà indicazioni di voto, segue il potere dal quale spera di farsi candidare Papa, e davanti all’esodo dei fedeli ride, ilare, felice, non si capisce se più stolido, irresponsabile o lucidamente demoniaco.

Max Del Papa, 1° giugno 2024

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