Questi sono i giorni dell’anno in cui si svolgono gli esami di maturità, ai quali seguiranno, per molti, i percorsi di studi universitari. Agli studenti che affronteranno gli studi di economia (e non solo a loro) vogliamo offrire alcune piccole perle estratte dallo straordinario pamphlet I pericoli delle solidarietà (Rizzoli 1993), i cui capitoli sono altrettante lettere rivolte a diversi destinatari. Nella lettera n.10, Sergio Ricossa si rivolge a “uno studente di economia” con alcuni consigli, non prima di aver precisato quanto segue: “Caro allievo, mi ripugna dare consigli, ma lei me ne chiede e ha il diritto a ottenerne, essendo in regola col pagamento delle tasse universitarie”.
1. Il primo consiglio è un classico del Prof. Ricossa, che soleva ribadire sempre a lezione l’importanza del linguaggio e della corretta capacità di espressione: “Le suggerisco in primo luogo di considerare l’ortografia più importante dell’economia. Tempo fa ricevetti da un neolaureato questo biglietto: “Ringraziamenti dal suo ex ‘aglievo'”. Ahi! Evidentemente non ero riuscito ad allevare il giovanotto, ma soltanto ad “aglievarlo”. Ho mai allevato qualcuno? Chissà”.
2. Il secondo consiglio andrebbe esteso, oltre che agli studenti di economia, a tutti gli economisti, ai politici certamente, e, in definitiva, a tutti quanti: “Il secondo avviso è di non prendere troppo sul serio gli economisti, alla cui confraternita appartengo, e nemmeno gli avversari degli economisti [….] Prenda sul serio nessuno, cioè studi criticamente e assista alle risse fra i maestri, ma quando è il caso (e lo è spesso) le giudichi futili, o ne vada a cercare i motivi nascosti”. Spesso i motivi nascosti sono avvolti nel buio, come per quei simpatici ladri che litigavano di giorno alla luce del sole, per poi, di notte, andare insieme a rubare con il favore delle tenebre.
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3. Il terzo consiglio riguarda le teorie economiche, le loro spesso apparenti incompatibilità e il significato diverso che ciascuno attribuisce alle parole, creando fraintendimenti nelle migliori delle ipotesi, e diatribe al limite del comico in altri casi: “Vi sono teorie economiche, e questo è il terzo punto da ricordare, le quali in apparenza sono incompatibili fra loro, mentre in realtà sono complementari. Gli autori danno significato diverso alle parole, hanno intenzioni diverse, guardano le cose da tempi e luoghi diversi. Legga, se ci sono, le biografie degli autori. ‘Unifichi’ più che può, ossia spieghi le divergenze, se ci riesce, e diffidi non quando c’è lo scontro delle idee, ma quando tutti concordano: meglio i luoghi diversi che i luoghi comuni”.
E conclude con una delle sue frasi più famose, con cui Ricossa pose una lapide sopra quelle pratiche diffuse che, invece di analizzare seriamente la realtà, cercano in tutti i modi di farla rientrare nelle ricette preconfezionate da prescrizioni ideologiche. Le analisi scientifiche lasciano il posto alla propaganda, che è più facile da diffondere, porta più voti e imbalsama i giovani cervelli: “Una idiozia ripetuta abbastanza a lungo da abbastanza economisti diventa un dogma, e ciò non è scientifico”.
Auguri a tutti gli studenti: non fidatevi troppo delle interpretazioni giornalistiche riguardo alle teorie economiche (e non solo), e cercate piuttosto di leggere i testi originali degli autori. Quelli giusti, ça va sans dire!
Fabrizio Bonali, 29 giugno 2023