Malgrado i ripetuti interventi del governo Draghi e il taglio deciso dall’Arera, il caro bollette continua a mettere in difficoltà famiglie e imprese. Vediamo in questa guida realizzata con l’aiuto di Enel, il big italiano dell’energia guidato da Francesco Starace, quali sono i motivi di una fiammata dei prezzi così intensa da rischiare di bruciare la ripresa del Pil post Covid. E cosa possono fare le famiglie italiane per contenere l’esborso.
Il problema: Italia grande importatore di gas
Molto lontano dall’essere autosufficiente dal punto di vista energetico, l’Italia importata dall’estero grandi quantità di gas (90% del totale), Russia in testa che da sola pesa circa per il 40%. Gas essenziale per muovere i macchinari delle nostre imprese, e quindi produrre, e nelle nostre case per riscaldarci e cucinare. Insomma, la guerra in Ucraina e le severe sanzioni fatte scattare da Unione Europea e Stati Uniti hanno creato un collo di bottiglia in un mercato peraltro messo in difficoltà dall’accelerazione della domanda connaturata alla ripresa post Covid e dagli sforzi per abbattere le emissioni. Quando un bene diventa più “scarso” il suo prezzo sale, così è accaduto con i semiconduttori o i container nei mesi scorsi e così è ora con il gas, complice anche la battaglia valutaria innescata dal presidente russo Vladimir Putin che pretende l’Europa saldi i suoi acquisti con Mosca in rubli, pena la minaccia di chiudere i rubinetti. Il G7 si è già opposto. Tensioni crescenti, quindi che ripercuotono sulle quotazioni del gas accelerandone la tendenza al rialzo dalla seconda metà del 2020. Ma proprio con quel gas, che da inizio conflitto è più che raddoppiato nel prezzo, l’Europa e l’Italia in particolare producono energia elettrica. Da l’origine del caro bollette, più marcato nel nostro Paese che, mandato in soffitta il nucleare per volontà popolare ormai da decenni e con ancora strada da fare sulle rinnovabili, genera la metà (50%) dell’energia di cui ha bisogno tutti giorni bruciando gas. Insomma, l’Italia, paragonata ad altri stati europei come Francia o Germania, assomiglia un vaso di terracotta costretto a viaggiare in mezzo a vasi di ferro, e ne paga le conseguenze. Ecco perché il governo e la stessa Enel sono impegnati in una ampia politica di diversificazione delle fonti. Il modo migliore per tagliare i costi in modo strutturale è puntare infatti sulle rinnovabili, un bacino sostenibile e potenzialmente inesauribile da cui il nostro Paese oggi ottiene il 40% del proprio fabbisogno. Modificando il mix delle fonti energetiche e portando le rinnovabili al 70-72% della produzione totale i prezzi attuali scenderebbero di oltre il 40%. Un evidente vantaggio per le famiglie e una boccata d’ossigeno per la stessa competitività delle imprese del made in Italy sui mercati internazionali.
Chi sceglie il Mercato libero risparmia fino al 40%
La soluzione migliore per risparmiare è lasciare il Mercato tutelato per passare al Mercato libero, cercando la proposta più adatta alle proprie esigenze. Di norma si tratta di proposte a prezzo bloccato fino a 24 mesi, svincolate cioè dalle logiche delle tariffe calcolate periodicamente dall’Arera sulla base dei prezzi di materie prime che da mesi sono nel mezzo di un violento vortice inflativo. Il Mercato libero, infatti, vede gli operatori in concorrenza tra loro, ciascuno con la propria offerta. Insomma, la “tutela” nell’attuale contesto rischia di diventare uno “svantaggio”. Per convincersi del vantaggio basta una rapida occhiata a costi dell’elettricità: secondo alcune stime una famiglia tipo passando al Mercato libero può risparmiare fino al 40% sulla “quota energia” rispetto al Mercato tutelato. Giova qui ricordare che la quota energia include i costi d’acquisto dell’energia, di dispacciamento e di perequazione sostenuti dal fornitore, a cui va aggiunta la quota fissa (cioè indipendente dai consumi).
Meno gas e più elettricità per la lotta al clima
Sul medio-lungo la soluzione al caro energia risiede nella transizione energetica e nel progressivo ricorso alla elettrificazione che garantisce non solo un rendimento e un’efficienza maggiori rispetto al gas ma anche un più alta autoproduzione. Non esiste tuttavia un “interruttore” in grado di trasformare immediatamente i consumi da combustibili fossili a totalmente elettrici; quindi, l’elettrificazione è appunto una “transizione” che porterà il nostro Paese a essere più sostenibile e più elettrico, nel consumo domestico così come nei trasporti, a tutto beneficio del clima e quindi della qualità di vita.
In casa meglio piano a induzione e pompa di calore
Vediamo insieme due esempi pratici di elettrificazione nelle nostre case: il piano a induzione e la pompa di calore. Si tratta di due tecnologie che impiegano meno energia per assolvere alla stessa funzione degli omologhi impianti tradizionali – rispettivamente la cucina a gas e il riscaldamento a termosifoni o pannelli – quindi bollette più leggere. Si tratta inoltre di soluzioni sicure, con minori costi di manutenzione e impatto ambientale. Il piano a induzione è infatti facile da pulire, performante (l’acqua raggiunge l’ebollizione in meno tempo) e ha un rendimento termico del 92% (contro il 40-45% del gas). Simile il discorso per le pompe di calore, pensate per trasferire energia termica da un ambiente più freddo a uno più caldo. I vantaggi possono essere così riassunti: climatizzazione a ciclo annuale (riscaldamento e raffrescamento) e produzione di acqua calda sanitaria con un unico impianto; incremento dell’efficienza energetica e riduzione dei consumi (50% in meno rispetto a sistemi tradizionali); utilizzo di fonti di energia rinnovabile (non possibile, ad esempio, con caldaie a gas); riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera; riduzione dei costi di gestione dell’impianto (ad esempio bollino blu non necessario); aumento della classificazione energetica dell’edificio.
Come consumare meno
Già oggi, rimarca Enel, ci sono tuttavia molti piccoli accorgimenti che possono aiutare le famiglie a risparmiare nella gestione degli elettrodomestici più energivori come lavatrice, lavastoviglie, forno elettrico e ferro da stiro. Eccoli: 1) Rispettare le fasce orarie a minor consumo per fare il bucato; e fare lavatrici e lavastoviglie sempre a pieno carico e a temperature basse; 2) Sistemare frigorifero e congelatore distanti dalle fonti di calore, e aprirli solo quando è davvero necessario, per evitare sbalzi di temperatura; 3) spegnere il forno qualche minuto prima del termine della cottura, così da sfruttare il calore accumulato. Non tutti probabilmente sanno poi che lasciare il caricatore del telefono attaccato alla presa senza utilizzarlo, o avere elettrodomestici apparentemente spenti, ma che rimangono in funzione in modalità stand-by, incide per circa il 10-15% sul costo della nostra bolletta elettrica annuale.