Politica

Caro bollette, grazie ai grillini il gas ci costa 20 volte di più

Il costo dell’energia continua a salire. L’Italia potrebbe estrarre il gas, ma ha detto no alle trivelle

Certo, bisogna considerare la tempesta perfetta post Covid. Vanno messe in conto le congiunture mondiali. Però se il prezzo delle bollette sta schizzando verso l’alto in maniera impazzita, lo dobbiamo anche a scelte politiche fatte nel recente passato dai leader politici di questo strambo Paese.

Forse le famiglie non si sono ancora accorte di quanto sia aumentato il costo dell’energia, ma le aziende sì. A Murano, come mostrato da Quarta Repubblica, gli artigiani famosi in tutto il mondo sono costretti a spegnere i forni del vetro a causa dei rincari sul prezzo del metano. Per 50 metri cubi di gas, a settembre si spendevano circa 13mila euro. A ottobre, per gli stessi identici consumi, 48mila euro. Un incremento tremendo, che rischia di uccidere un intero settore del lusso artigianale italiano. E che grida vendetta pensando che l’Italia potrebbe produrre “in casa” idrocarburi con un costo di 20 volte inferiore – venti volte! – rispetto al prezzo pagato oggi per importarlo.

“Noi non costruiamo piattaforme per l’Adriatico ormai da anni”, racconta Oscar Guerra, ad della Società Costrizione Piattaforme a Quarta Repubblica. “Perché l’Italia ha deciso che il gas metano deve essere interamente importato dall’estero”, pagandolo molto di più. Un errore madornale, considerando soprattutto che estrarlo dai nostri mari significherebbe ottenere un gas dal costo irrisorio 5 centesimi al metro cubo. “Noi importiamo da diversi Paesi del mondo: Libia, Algeria e Qatar. Da molto lontano. Il problema è che in questo lungo viaggio circa il 25% del metano viene utilizzato per il trasporto e lungo le linee ci sono delle dispersioni di gas”. Il paradosso? “Importandolo, aumentiamo le emissioni ad effetto serra di circa il 30%”. Tradotto: inquiniamo di più.

Di chi è la colpa? Il blocco delle ricerche del gas nei mari italiani lo si deve ad una norma voluta dal primo governo Conte, con Lega e Movimento Cinque Stelle in maggioranza. I grillini hanno fatto delle battaglie No Triv una delle loro bandiere, anche sull’onda del referendum – in teoria bocciato dagli italiani – del lontano 2016. “Non ci avete votato per lasciare tutto così come era – diceva Di Maio il 25 gennaio del 2019 – Ci avete votato per il cambiamento. E un passo importante per questo cambiamento nel modello di sviluppo è lo stop alle trivelle”.

Il fatto è che mentre le nostre 140 piattaforme sono ferme, i nostri vicini croati continuano ad estrarre. “È come un bicchiere con due cannucce: ci siamo noi e i paesi che si affacciano sull’Adriatico – insiste Guerra – Chi è davanti a noi continua a succhiare, quindi anche se noi stiamo fermi, il bicchiere si svuota”. Cornuti e mazziati.