Crisi energetica e geopolitica con la Russia di Putin; rischio atomica nell’eterno scontro internazionale tra Mosca e Washington; libertà ed andamento economico fortemente provate dai due anni pandemici. Questi sono solo alcuni dei macro-temi che dovrebbero interessare le fasce più giovani della popolazione, le più colpite dal punto di vista sociale e lavorativo. Contenuti che dovrebbero essere oggetto di quotidiano dibattito dell’educazione civica degli istituti scolastici, ma che, al contrario, sembrano appassionare sempre meno. Un under 35 su due, per esempio, non si è recato al voto alle scorse politiche del 25 settembre. Un dato preoccupante perché non rappresenta solo la sfiducia nei confronti delle istituzioni, ma anche un totale scollegamento rispetto a quelle che sono le esigenze delle altre fasce popolari.
Nel voto degli under 24, infatti, il partito più votato è il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che precede il Pd di un solo punto percentuale. Esplodono, più sotto, Verdi e Sinistra Italiana di Fratoianni a quota 8 per cento. Insomma, una gioventù più orientata a sinistra, ma non è questo il problema; piuttosto, il sostegno di ricette assistenzialiste – alla Reddito di Cittadinanza, per intenderci – seguite da una repressione, un ripudio, a tratti un interesse qualunquistico e superficiale nei confronti della politica.
Esempio lampante è il video sponsorizzato dal Comune di Verbania, località a guida Pd, dove la sindaca – così l’intellighenzia politicamente corretta non si offende – ha promosso “la realizzazione di un video fatto da studenti”, ai fini di “sensibilizzare comportamenti e abitudini capaci di tutelare l’ambiente, contrastare il cambiamento climatico e salvaguardare le spese, attraverso il risparmio energetico, rivolto a cittadini e famiglie”. E fin qui direte: “Dove sarebbe il problema?”. Ecco, ci arriviamo subito.
Il video in questione è stato denominato “Energy Rap”, in cui quattro ragazzi, appunto, rappano mischiando la pandemia, la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica. “L’han detto ieri alla televisione, tira giù il gas e aggiungi un maglione”. È questo l’incipit di un giovane studente. Ma arriviamo subito al delirio: “Evviva la pace e la giusta bolletta”; “C’è Covid, c’è Covid, apri la finestra”; “Spegni la luce, consolle e tv, che di energia non ne abbiamo più”. Un puro inno qualunquistico, superficiale, da far tremare i polsi. Eccolo per intero, tanto per offrine un giudizio personale.
Eppure, il teatrino messo in piedi dal Comune di Verbania non pare essere il primo e forse neanche l’ultimo. Quest’estate, per esempio, la commissaria Ue Vestager spronò i ragazzi a farsi meno docce, affinché non ci fossero troppi sprechi d’acqua. Pochi giorni fa, abbiamo raccontato la clamorosa uscita del ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, il quale quest’inverno indosserà il dolcevita, al posto di giacca e cravatta, ma non per questioni di look, solo per risparmiare.
Insomma, anche in Francia si riprende alla lettera il motto di Verbania: “Tira giù il gas e aggiungi un maglione” – magari meglio un dolcevita, visto che tra i giovani va più di moda. Ma qualche domanda sorge quasi spontanea: chi ha governato negli ultimi dieci anni? Qual è stato l’esecutivo che ha raggiunto la più alta percentuale di dipendenza dal gas russo? Chi ha governato, a colpi di restrizioni e lockdown, il biennio pandemico? Rispondiamo in fila: Pd, governo Letta, Pd. Rimane curioso che, ad oggi, un’amministrazione piddina ci viene a “sensibilizzare” con spot ai limiti del ridicolo, trattando il cittadino come un minus habens. Ma forse, siamo ottimisti, la sindaca di Verbania, Silvia Marchionni, non se n’è accorta. E neppure i ragazzi.
Matteo Milanesi, 4 ottobre 2022