Una norma indifendibile, insomma, da ogni punto di vista. Tornando al piano dei principii, però, un’osservazione viene spontanea. La tassazione dei cosiddetti “extraprofitti” è acqua fresca rispetto alla tassazione dei “non profitti”, che i proprietari di immobili subiscono ogni anno con l’IMU. Eh sì perché, se nel caso dei produttori e rivenditori di energia la nuova tassazione – pur con tutti i suoi evidenti “difetti” (sempre ad essere generosi) – colpisce comunque un’entrata, l’IMU viene richiesta ogni anno sul presupposto del mero possesso di un bene, l’immobile, sia che esso produca un reddito (nel qual caso la tassazione patrimoniale si aggiunge a quella reddituale), sia che non lo produca.
È così che funzionano le patrimoniali. E quella sugli immobili è una patrimoniale che – per sua natura – determina progressiva espropriazione del bene inciso. E’ il caso di ricordarlo ai più distratti, specie in questa fase in cui il Governo – attraverso la revisione del catasto (contrastata dall’intero Centrodestra) – intende porre le basi per un ulteriore aumento dell’IMU (di cui la Commissione Ue chiede anche l’estensione alla “prima casa”) e delle altre imposte che si fondano sui dati catastali.
Giorgio Spaziani Testa, 21 marzo 2022