Salute

Caro Cartabellotta, nella merd* ci siamo finiti per colpa vostra

La Russa nomina i 15 senatori per la Commissione Covid, ora mancano i deputati. Finirà a tarallucci e vino? Ma le virostar non possono darci lezioni

cartabellotta covid-1 © da-kuk tramite Canva.com

Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale, Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha nominato i 15 membri che daranno corpo alla tanto attesa Commissione bicamerale d’inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid-19. Tuttavia, la montagna parlamentare non ha ancora partorito del tutto il topolino, dato che mancano ancora da definire i nominativi dei 15 deputati. E ciò mi fa ancor più sospettare che, vista la complessità della questione, unita ad una diffusa complicità che si è manifestata nella società nell’ingigantire il fenomeno virale, tale da acquisire ben presto i caratteri di un regime orwelliano, finirà tutto a tarallucci e vino, secondo una prassi ben collaudata in questo disgraziato Paese.

Magnifico, a tale proposito, il titolo di un articolo del Fatto Quotidiano: “Commissione Covid, nominati i 15 senatori componenti: ci sono i no-vax Borghi e Malan”. No-vax, come poi viene spiegato nel pezzo, solo perché questi ultimi hanno osato opporsi ad un obbligo vaccinale che, come si sarebbe dovuto ben comprendere sin dai primi riscontri oggettivi in merito all’effettiva gravità della malattia, non aveva alcun senso e per due sostanziali ragioni: il vaccino non serviva a chi si trovava in buona salute e, soprattutto, non aveva alcuna utilità nel bloccare la diffusione del virus.

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Eppure ancora oggi, soprattutto per il giornale filocontiano diretto da Marco Travaglio, chi osa ancora mettere in dubbio alcune delle misure liberticide che hanno massacrato il Paese in quel periodo buio è un irrecuperabile reietto, ossia un no-vax. Qualcosa di analogo, per intenderci, ai presunti nostalgici di un regime morto e sepolto che si nasconderebbero nelle file della destra, sempre dipinta come sporca, brutta e cattiva.

Una posizione, quest’ultima, totalmente condivisa dall’igienista Pierluigi Lo Palco – al tempo uno dei virologi della paura più interpellati dai media ortodossi – a cui la scelta di La Russa proprio non piace: “Sarebbe stato necessario – attacca Lo Palco- avviare una commissione tecnica di valutazione della risposta italiana al Covid-19, per imparare dagli errori e migliorare il nostro livello di preparazione. L’organo istituito, invece, va esattamente nella direzione opposta e si dimostra una commissione con soli intenti politici , in cui la presenza di convinti no-vax peggiora le previsioni.”

Di diverso avviso, e non poteva essere diversamente, invece la direttrice del laboratorio di Microbiologia del Sacco di Milano, Maria Gismondo, studiosa molto seria che fu a sua volta messa alla gogna per aver più volte manifestato importanti perplessità sulla gestione pandemica; perplessità che a conti fatti si sono tutte rivelate assolutamente fondate.
Questo il suo laconico auspicio: “Ben venga una commissione, che lavori immediatamente e con grande coscienza.”

Infine, non poteva certo mancare il parere “illuminante” del Savonarola del 3 millennio, quel Nino Cartabellotta, presidente del Gimbe, che ci ha allietato per anni con le sue catastrofiche profezie virali che, naturalmente, non si sono mai avverate neppure in cartolina. Questo un suo tweet scritto a caldo: “La sanità pubblica cade a pezzi. Il nuovo Piano pandemico giace nei cassetti. La Commissione Covid farcita di no-vax è ai nastri di partenza. Se arriva una nuova pandemia siamo nella merda.”

In verità, nella merda ci siamo finiti per un tempo infinito e non a causa di un virus a bassa letalità, ma anche per la grave responsabilità di una cosiddetta scienza, di cui fa senz’altro parte il buon Cartabellotta, che ha deciso in massa di gettare nella discarica 200 anni di storia della medicina, con la totale complicità di gran parte di una informazione che per troppo tempo ha smesso di raccogliere i dati e raccontare i fatti.

Claudio Romiti, 8 agosto 2024

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