Onorevole Boccia, onorevole Speranza, illustri cavalieri dell’Apocalisse e nel tempo libero ministri di questa fortunata Repubblica, noi sudditi ci siamo ormai abituati alla vostra potente e pluriquotidiana irruzione televisiva nelle nostre case, in genere in coincidenza con i pasti principali.
Con voce grave e un’espressione di paterna preoccupazione, ci fate sapere tutto quello che non dobbiamo e non possiamo fare, in particolare durante le feste di Natale. Vi siete dunque battuti, piegando la resistenza dei cavalieri minori del vostro stesso esecutivo, affinché il governo varasse decreti draconiani. Ma quale moral suasion, ma quale strong advice…: avete preteso e ottenuto obblighi e divieti! I sudditi non devono sgarrare.
Del resto, considerando la vostra storia e le vostre radici, era impensabile che guardaste a Washington e a Londra, a una qualche cautela dello stato nell’accostarsi alla sfera privata dei cittadini. I vostri modelli stanno altrove, là dove lo Stato pianifica tutto, con un piglio proprietario e sovraordinato, dove la libertà (scusate la parola drammaticamente fuori moda e presto a sua volta vietata) è sempre subordinata a una qualche esigenza statale, collettiva, sociale. Ecco, sociale, come si dice nella neolingua dei comunicatori che vi sono cari.
Natale, no primavera, anzi no autunno
Sperando di non essere importuno e impertinente, vorrei tuttavia porvi una domanda. La vostra tesi è che occorra sacrificarsi a Natale per prevenire una terribile e fatale “terza ondata”. Abbiamo capito il messaggio. Ma il quesito è: se a Natale staremo rinchiusi e barricati, che sarà di noi quando, a gennaio, ci sarà la riapertura delle scuole?
Il buon senso, i numeri e le curve attestano con evidenza che l’origine dei nostri guai autunnali sta proprio lì: metà settembre, la riapertura delle scuole, e l’inevitabile sovraccarico dei trasporti. Tutte cose su cui non risultano misure efficaci del vostro illuminato governo. A meno di miracoli, di cui non si ha sentore, a gennaio si ripeterà pari pari la stessa situazione, semmai aggravata dalla sovrapposizione con la prevista ondata di influenza ordinaria e di malattie respiratorie stagionali.
Morale, portandoci avanti col lavoro, non è difficile immaginarvi nelle vostre prossime allocuzioni televisive di inizio 2021, quando ci direte di pazientare fino a primavera, mentre a reti quasi unificate sarà ossessivamente celebrato il massiccio sforzo per organizzare una vaccinazione capillare, che però (ops!) in Italia non si concluderà, se tutto andrà bene, prima di settembre-ottobre 2021…
Dite la verità
E allora? E allora sarebbe venuto il momento, un po’ per tutti, maggioranza e opposizione, di dire e dirsi la verità, di dirla tutta, di giocare a carte scoperte. C’è chi non ha il coraggio di dirlo esplicitamente, ma di fatto punta a tenere chiusa l’Italia per altri 9-10 mesi, e non sembra preoccuparsi più di tanto né delle libertà compresse né di conseguenze economiche devastanti e irreparabili.