Caro Mattarella, criticare il green pass non è antiscienza

Il presidente della Repubblica mette nel mirino l’antiscienza. E perché in Uk non c’è il lasciapassare?

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Fatte le debite proporzioni, il discorsetto contro la cosiddetta antiscienza espresso dal presidente Sergio Mattarella, durante la celebrazione al Quirinale dei Giorni della Ricerca, ci richiama alla mente il celeberrimo Eppur si move di galileiana memoria. La sensazione è che, così come accadde al grande scienziato pisano, costretto ad abiurare le sue dottrine cosmologiche di fronte alla Santa inquisizione, anche il nostro stimato presidente della Repubblica voglia unirsi al coro preponderante di tutti coloro i quali, in merito alla complessa e controversa pandemia, stanno da tempo sostenendo una unica verità: quella ufficiale del governo e dell’onnipotente Comitato tecnico scientifico.

Dice infatti Mattarella: “I giorni della Ricerca sono giorni di alleanza tra ricerca e informazione: divulgare, far conoscere sono leve per sollecitare la partecipazione. Ma oltre a tv e giornali, vanno utilizzati anche i nuovi strumenti dove ci sono nuclei che propagano l’antiscienza. È una sfida nei luoghi della modernità, occorre affrontarla e vincerla.”

Tutto questo dopo aver lungamente e giustamente elogiato l’efficacia dei vaccini, seppur – ed è qui che vorrei far soffermare l’attenzione del lettore – presentati come “la nostra migliore difesa nei riguardi del Covid-19”. Pertanto se ne deduce che tutto ciò che contrasta con la strategia a senso unico fin qui imposta – strategia a base di misure restrittive e obbligo vaccinale surrettizio attraverso il green pass – secondo il nostro massimo garante della Costituzione appartiene all’antiscienza. Ciò vuol dire che l’interessantissimo articolo pubblicato su queste pagine da Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, in merito ai lusinghieri numeri dell’Asia, in cui ci sono pochi vaccinati e pochi decessi, appartiene all’antiscienza.

Così come è antiscientifico l’approccio di alcuni grandi Paesi, su tutti il Regno Unito e la Svezia, che non hanno il green pass e hanno tolto persino l’obbligo delle mascherine al chiuso (obbligo che in Svezia non vi è mai stato). Infine è antiscientifico qualunque pensiero critico, come quello molto autorevole di Massimo Cacciari, che senza negare la gravità del problema sanitario, cerchi tuttavia di analizzarlo partendo dal presupposto fondamentale, che i numeri ci confermano sin dai primi giorni di questa tragedia, secondo il quale le persone immunocompetenti anche avanti negli anni corrono pochi rischi con questo virus.

Ora, proprio per il suo ruolo di garante della Costituzione, ci aspetteremmo qualcosa di più completo dal Presidente della Repubblica, anche in considerazione dell’articolo 21 della stessa in cui è scritto sulla pietra che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazione o censure.”

Ebbene, così come è sempre accaduto in ogni ambito, il dibattito e il confronto di idee e proposizioni diverse ha sempre rappresentato il principale motore del progresso tecnico e scientifico. Laddove è accaduto il contrario (pensiamo alle deliranti teorie dell’agronomo Lysenko, che in epoca stalinista contribuirono a devastare l’agricoltura russa), in cui un regime dittatoriale imponeva una unica verità scientifica, l’umanità ha compiuto drammatici passi indietro.

Ed è proprio in considerazione dell’estrema contraddittorietà delle misure coercitive che ci sono state fin qui imposte, le quali di quando in quando sono state modificate senza spiegarne in modo chiaro la ratio, che un ampio e libero dibattito assume un valore fondamentale, tanto sul piano scientifico che su quello democratico. E dalla più alta carica dello Stato, più che distinguere il campo degli studiosi e degli osservatori tra ortodossi ed eretici, ci aspettiamo proprio questo, ossia che egli promuova la libertà di pensiero a tutto campo.

Claudio Romiti, 22 novembre 2021

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