Politica

Caro ministro Giuli, adesso abbia coraggio sulla Cultura

Premi, saloni, accademie, biblioteche sono ancora quelli di sempre, come i sistemi di selezione

© rarrarorro tramite Canva.com

Un giornalista esce e un altro entra. Il cliché cambia ma non troppo. Entrambi sono comunicatori di professione, prima che intellettuali d’area. Gennaro Sangiuliano più diretto, Alessandro Giuli più diplomatico. L’uno caratterialmente più ingenuo e genuino, l’altro più scaltro, esteta ed “ecumenico”, non tanto per le sue simpatie gramsciane quanto per la solidità delle sue relazioni che da sempre mantiene con i grandi editori dell’egemonia, ai quali certamente non dispiacerà.

Si spera che il nuovo ministro, senza troppo badare alla ricerca della legittimazione a sinistra, curi, più di quanto non abbia fatto il predecessore, gli aspetti sostanziali e strategici della sua missione, per una Cultura che sia finalmente tale, cioè libera, plurale e di tutti, senza fermarsi agli estetismi e al sensazionalismo, pure importanti ma caduchi. Ci aspettiamo più profondità, meno improvvisazione, più atti istituzionali meno comunicati stampa. Premi, saloni, accademie, biblioteche, centri di ricerca, teatri, cinema, musei… sono ancora quelli di sempre, come quelli di sempre sono i sistemi di selezione e direzione, la forma e la sostanza dei processi culturali.

Perché invariata è la gestione materiale di questi processi e la loro capacità di incidere sulla formazione delle coscienze, delle opinioni e delle idee dei nostri giovani. Come di parte resta la regia politico-ideologica che li guida sui territori. Lo so, occorre tempo, coraggio politico e lavoro di squadra, competenza e passione, ma se mai si inizia… Intanto auguri, ministro, dalla periferia Sud della nostra amata nazione.

Spartaco Pupo, politologo 7 settembre 2024

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