Esteri

Caro Orsini, ecco perchè sulla Russia sbagli

Il professor Alessandro Orsini si è risentito per un mio commento a Stampa e Regime su Radio Radicale sabato mattina. Stavo leggendo l’editoriale di Goffredo Buccini (ne raccomando la lettura) sul Corriere della Sera e in particolare questo passaggio: “Dunque, gli stessi analisti che ancora alla vigilia del 24 febbraio 2022 ci assicuravano che giammai Putin avrebbe invaso l’Ucraina, spiegandoci che ogni affermazione contraria era una montatura della Cia; gli stessi che, a invasione avvenuta, ci garantivano che l’«operazione speciale» avrebbe prevalso al massimo in una settimana, suggerendo agli ucraini di non resistere così da avere salva la vita; gli stessi infine che, quando gli ucraini cominciarono a suonarle a Putin, ci ammonivano di non «umiliare» lo zar onde evitare l’Armageddon nucleare: beh, questi stessi, ora, sono assai impegnati a sbertucciare Zelensky, nuovamente degradato a povero attore comico che ha osato l’inosabile”.

Commentando l’editoriale ho inserito alcuni nominativi e fra questi in primo luogo Lucio Caracciolo e Alessandro Orsini. Orsini afferma di non aver mai negato che la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina e di non aver mai detto che la guerra si sarebbe conclusa rapidamente.
In realtà sul punto della previsione sbagliata pensavo al direttore di Limes Caracciolo e devo dare atto a Orsini di essere stato molto più prudente.

Orsini ha sempre accusato la Nato di aver costretto Putin a schierare le truppe ai confini dell’Ucraina e ha sempre sostenuto, a differenza dello stesso Putin, che nelle azioni della Russia non c’era nessuna volontà di conquista ma esclusivamente una reazione difensiva alle minacce Nato. Tant’è vero che alla vigilia dell’invasione aveva scritto che soltanto un accordo segreto fra Putin e Biden, con la rinuncia da parte del presidente Usa ad ogni futuro allargamento della Nato, avrebbe evitato l’evasione.

Non credo che Orsini avesse ragione. Nessuno all’epoca (compreso Putin) pensava a un prossimo ingresso dell’Ucraina nella Nato o nella Ue. Le motivazioni con cui Putin ha subito giustificato la sua operazione militare speciale erano la salvaguardia della popolazione russofila e la denazificazione della Ucraina. La retorica antiNato che ha di tanto in tanto utilizzato non gli ha impedito di accettare passivamente l’ingresso di Finlandia e Svezia nell’organizzazione militare occidentale.

Leggi anche:

Sul secondo punto, la rapida vittoria russa non concordo con la smentita del professor Orsini. Questi ha ripetutamente affermato che la vittoria russa era scontata, che la Russia avrebbe “sventrato” l’Ucraina, che l’unico modo per salvare gli ucraini era scendere a patti con Putin. Ha sempre aggiunto, questo è il punto controverso, che un intervento europeo e americano avrebbero soltanto ritardato la vittoria della Russia. Sarà la storia a darci una risposta.

Marco Taradash, 4 dicembre 2024

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).