Caro Papa, perché proprio Emma Bonino?

La visita del Pontefice a casa della leader radicale

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Papa Francesco Emma Bonino

Secondo voi per chi avrebbe votato Bergoglio? E alla vigilia della disfatta di Kamala lui va a trovare la omologa italiana, la Emma Bonino delle mille battaglie e delle mille giravolte, rappresentante dell’ideologia woke in Italia. “Emma”, come la chiamano i seguaci, è la candidata mancata, quella che si candidava da sola, ma non la prendevano sul serio. Bergoglio la va a trovare, reduce da una brutta situazione di salute, e, intendiamoci, visitare gli ammalati è molto umano, molto cristiano, ma che sia “proprio come Papa Giovanni”, come fantastica Repubblica, non ci giureremmo.

Il giornale degli Elkann (per quanto ancora?) è estasiato, e già basta e avanza a mettere in sospetto chi riflette e si pone qualche domanda: che voleva dire Papa Francesco con questa visita ostentata, quasi plateale, che tutti vedessero, e ne traessero debite conseguenze, il legame di amicizia che lo lega alla vecchia leader radicale? Che un Papa cristiano passa sopra le piccolezze che deliziano Repubblica, bestemmioni en plen air e aborto su scala industriale? Ma è lo stesso che definisce i medici abortisti “dei sicari, né più né meno”: ci passa sopra in nome dell’inclusione, dell’accoglienza scriteriata che tanto piace all’agenda globale, alle nostre istituzioni somme?

Bergoglio si direbbe ci provi un gusto matto a sparigliare le carte, a confondere anzitutto i fedeli; c’è chi non glielo perdona e dice che è un anti-Papa, un diffusore della confusione diabolica, altri si limitano a prenderne atto, magari scuotendo la testa ma ancor ligi al dogma dell’insindacabilità del Papa, che resta infallibile per i bigotti ma non per i ragionanti. Bergoglio e Bonino in veranda che sorridono in posa: scena da influencer, tutto fuorché estemporanea, dettata magari dall’umana pietas e dall’umana simpatia ma, non prendiamoci in giro, anche da precisi calcoli, come un messaggio inequivocabile. Bonino sta male e il male si compatisce, si visita, ma definirla esempio di resistenza pare un po’ eccessivo: a cosa, poi? Ai tempi che cambiano, e che si cavalcano in tutte le direzioni? Bergoglio nel caos ci nuota come un pesce nel mare: denuncia la debolezza del cristianesimo e pretende di curarla con afflussi islamici, si scaglia contro il consumismo della vanità e della violenza ma ne adotta i simboli, da Greta a Emma, dal climatismo fanatico alle migrazioni irragionevoli, istanze che si risolvono in affari colossali e perversi sulle ossa dei poveri. E che scristianizzano quel poco che resta.

Il woke, l’agenda globale, prevede esattamente questo: svitare la testa della gente e riavvitargliela al contrario senza più la parvenza di un sentimento religioso. Dal balletto dei sessi all’utero in leasing, dall’aborto modaiolo alla tratta dei migranti, dal consumismo moralistico al capitalismo moralistico; e poi inveisce, questo Papa, tra il beffardo e il rabbioso, contro la “frociaggine” e la compravenda di uteri, di feti? Ma allora come la spiega l’intimità e compiaciuta intimità con i megafoni dell’agenda globale come Emma che si vanta del sostegno del principale finanziatore della ridefinizione globale, Soros? Come fa ad adottare uno come Casarini, passato da noglobal a globalista puro, al netto delle chiacchiere da imbonitore?

I suoi autocrati preferiti si chiamano Lula, Morales, con Xi non ha problemi, non la vede la spietata repressione del clero cinese, se deve fare una intervista chiama il “fratello” Scalfari, adesso gli piace Damilano che è uno Scalfari in sedicesimo, però si irrita se il mondo lo considera comunista, per dire uno che ha un concetto preciso della società e volendo dell’escatologia. Dicono ancora di questo Papa che andrà “oltre la Chiesa” ma nessuno sembra capire in quale direzione: lo ha voluto Obama dopo aver fatto fuori Ratzinger, ha avuto il beneplacito dell’Islam pronto ai roghi, è il Papa adatto per questi tempi di resa incondizionata dove bruciano le chiese e a nessuno sembra importare, perfetto per questo clero progressista che si organizza con notori trafficanti di umanità e dice che è questo è il Vangelo.

Su un Papa se ne dicono di tutti i colori, ma Bergoglio sembra goderne, comunque non fa niente per spegnere i sospetti più maliziosi o più tremendi. Non comunista? Forse, imparziale? Come no, come uno che va da Fabio Fazio e in quel mare di balbettii servili ci si trova benissimo. Un Papa come sospeso in una nuvola, che richiama all’essenzialità ma vanitoso e spregiudicato come un “creatore digitale”. E va da Emma Bonino a prenderci il caffè. Lei, ovviamente, non ha perso un attimo per far girare a sua volta immagini e commenti e c’è da capire, sono tempi così, c’è solo quello che non c’è, se non appari non esisti, perché poi avrebbe dovuto esimersi? La visita di un pontefice non la possono vantare tutti; se mai resta da chiedersi come mai Bergoglio predilige sempre e solo certi interlocutori, mentre altri li sdegna apertamente, se il protocollo lo obbliga a uno scatto mette su una faccia da bambino orripilato.

Ma il Papa non è un politico di mestiere, è o dovrebbe essere qualcosa d’altro e di più. Invece si staglia come la figurina di un presepe napoletano, tra i divi di gesso e di un giorno, un presepe peggio che laico, un presepe empio, dove tutti i personaggi sono improbabili, sono irreali come piace all’Unione Europea che i presepi vuole proibirli. E il Papa garrulo, come distratto, come indifferente.

Max Del Papa, 9 novembre 2024

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