Caro Nicola,
noi zuppisti non le saremo mai abbastanza grati per il suo coraggio e la sua onestà.
Lunedì scorso “Quarta Repubblica” mi ha fatto ribollire il sangue per la vicenda di quel cittadino che è rimasto 10 anni sotto il torchio dei magistrati da innocente. Avevo già rinunciato a scriverle queste poche righe quando l’uomo del Colle ha ancora difeso le toghe dicendo “l’Italia sa badare a se stessa”. Chi sarebbe l’Italia? Il soggetto “Italia” non è in grado di fare nulla. Voleva intendere “la magistratura”? In tal caso il libro intervista tra Sallusti e il magistrato Palamara descrive in modo inequivocabile che la magistratura non sa “badare a se stessa”. Il “sistema” finora ha dimostrato di essere inefficiente, politicizzato, irriformabile e inattaccabile. Poiché sul malfunzionamento della giustizia in Italia è stato scritto tutto, non ho nulla da aggiungere, ma invito a riflettere sulle situazioni descritte nel seguito e tratte da due diversi libri.
A) I sei punti sono stati stralciati dal libro Rivoluzione in corso di Renato Brunetta (Oscar Mondadori Aprile 2009).
1) Le statistiche europee sono per la nostra giustizia vergognose. Alla Corte europea dei diritti dell’uomo l’Italia è il paese più condannato. È tra i peggiori:
Francia: denunce 305, condanne 255
Spagna: denunce 310, condanne 265
Italia: denunce 1258, condanne 1012
2) Durata dei procedimenti, in cause di lavoro, nel primo grado di giudizio.
Germania: 6mesi
Francia: 1anno
Italia: più di 2 anni
3) Procedure fallimentari. Quanto costa la lentezza della giustizia.
Per una procedura di fallimento passano in media 3140 giorni, ovvero 9 anni. Questi ritardi costano alle aziende sane circa 10 miliardi l’anno.
4) Durata media dei tempi necessari per far rispettare un contratto, del valore di due volte il reddito medio pro capite.
Francia: 330 giorni
Germania: 394 giorni
Spagna: 515 giorni
Italia: 1210 giorni
5) Abbiamo la giustizia più lenta del mondo e la magistratura più informatizzata del pianeta.
Numero di server: 7000. Numero di stanze per contenerli: 169.
Ne basterebbero 1000 con 29 stanze per contenerli.
6) Gennaio 2009. Inaugurazione dell’anno giudiziario. Le più importanti toghe d’Italia parlavano esplicitamente di: “Giustizia da terzo mondo“.
Da una ricerca internazionale ecco la posizione dell’Italia: 156° posto su 181 paesi. In questa classifica Veniamo dopo Uganda, Gabon, Congo.
Cosa è stato fatto dal 2009?
Penso che sarebbe interessante aggiornare questi numeri al 2023.
B) Dal libro “meritocrazia” di Roger Abravanel (Garzanti editore, 2008)
Il Tribunale Di Torino.
Nel 2001 il dottor Mario Barbuto, presidente del Tribunale Di Torino, decise che era arrivato il momento di ridurre i tempi delle cause civili. Convocò gli 80 magistrati che seguivano le cause civili e si pose l’obiettivo di portare la maggioranza di esse a risoluzione in meno di tre anni, entro il 2006.
Oggi al Tribunale Di Torino il 93% delle cause civili in corso ha meno di tre anni. Il 66% ha meno di un anno. Il Tribunale Di Torino è diventato un caso unico e abbastanza raro nel mondo della magistratura italiana. Il segreto di Barbuto? Nulla di fantasmagorico: riscoprire e misurare il merito anche nella magistratura.
Non sono serviti straordinari da parte dei magistrati, ne drastici cambiamenti nella composizione del suo team, che peraltro non sarebbero stati neppure possibili. Barbuto ha semplicemente definito un obiettivo, creato incentivi soprattutto di natura morale e responsabilizzato i suoi magistrati. Sembra facile, è la ricetta di qualunque bravo dirigente d’azienda, ma nel mondo della magistratura italiana è molto difficile da realizzare.
(…) Barbuto concepì 20 semplice Regole (…) Una per esempio, serve a evitare che gli avvocati di entrambe le parti (che sono retribuiti nel nostro sistema giudiziario a tempo e quindi non hanno alcun interesse a ridurlo) ottengano eccessivi rinvii “per trattative in corso tra le parti“ (…). Un’altra regola semplice e intelligente: definire scadenze dei tempi delle perizie. (…) I risultati sono stati superiori alle aspettative. Oltre a raggiungere l’obiettivo di contenere i tempi entro i tre anni, si è quasi dimezzato l’arretrato.
Il Tribunale Di Torino ha avuto solamente 36 condanne per ritardi contro le 3000 del Tribunale di Roma. Perché non è possibile fare questo in tutta l’Italia?
Silvano Cavallero, 14 novembre 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).