La posta dei lettori

Caro Porro, agli Oscar una provocazione per Salvini e Meloni?

L’Italia sceglie il film da candidare per la statuetta: sarà “Io Capitano” di Matteo Garrone

Io capitano oscar

Caro Porro,

“Io capitano” di Matteo Garrone rappresenterà l’Italia ai premi Oscar. La giuria ha così motivato la sua scelta: “Per aver incarnato con grande potenza e maestria il desiderio universale di ricerca della libertà e della felicità. Creando un’epica del sogno che mette in scena il coraggio e il dolore che segnano da sempre le migrazioni”.

Che il film sia bello, non v’è dubbio. La potenza narrativa di Garrone risplende come sempre in ogni fotogramma del suo cinema (in fondo, solo un capitolo della sua filmografia è apparso poco convincente: l’incerto “Racconto dei racconti”). Tuttavia non possiamo non notare la coincidenza. Ossia che in questo preciso momento, un film sulle migrazioni venga scelto per rappresentare la nostra industria audiovisiva nella mecca del cinema mondiale (i premi Oscar sono la massima aspirazione per tutti i sognatori, che vogliono cimentarsi nella settima arte).

Proprio ora che l’Italia vive il dramma di Lampedusa, il problema della migrazione che l’Europa non vuole né vedere né risolvere eccetera. Ve li immaginate i titoloni dei giornali, in una possibile conquista – che noi auspichiamo – dell’agognato titolo di miglior film straniero? Mettendoci di buzzo buono, e con l’aiuto della patafisica, proviamo ad immaginare dei possibili titoli atti a certificare un trionfo: “L’Italia che accoglie conquista l’Oscar”, “L’unico vero capitano che ci piace”, “Hollywood omaggia la solidarietà” e via così.

Qualche malevolo potrebbe pensare ad una provocazione, una risposta alle chiusure di Meloni e Salvini. Noi, no. Pur annotando la coincidenza – ma la vita è fatta di coincidenze – sappiamo che è stato scelto il film migliore per rappresentarci nel mondo. Garrone è il nostro orgoglio, ha diretto capolavori come “Gomorra” e “Reality”, se lo merita di ricevere un premio così ambito. “Io, capitano” non è il suo film migliore, non ha l’epica del sogno del precedente “Pinocchio”, ma merita di essere visto. Forse non è stata la migliore scelta da proporre agli Oscar (obiettivamente, “Rapito” di Marco Bellocchio aveva una marcia in più e, a nostro avviso, più chance di vittoria), ma facciamo il tifo per Garrone. Auguriamo ogni bene alla pellicola, con la speranza che l’Italia si faccia valere agli Oscar.

Tiziano Rapanà, 26 settembre 2023