Caro Porro, botte alla polizia? Ti spiego cosa succede: sanno di poterci pestare

A Torino scontri tra forze dell’ordine e antagonisti: l’assalto dei centri sociali al Castello del Valentino dove erano presenti diversi ministri. Parla un poliziotto

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Ancora scontri, ancora feriti tra i poliziotti. Stavolta siamo a Torino dove studenti, centri sociali e anarchici si sono ritrovati per dare l’assalto al Castello del Valentino dove era in corso un convegno alla presenza del governatore Cirio, del sindaco Lorusso e dei ministri Tajani, Bernini e Lollobrigida.”Per il boicottaggio accademico di Israele e un’università libera da militarizzazione e dual use! Nessuno spazio ai sionisti guerrafondai dentro l’università“, minacciavano nei giorni scorsi gli studenti. Detto fatto, oggi sono passati all’azione provocando i soliti scontri con le forze dell’ordine quando il corteo è venuto a contatto con il presidio della polizia cercando di forzarlo. “Solidarietà alle Forze dell’ordine per l’ennesimo e inaccettabile attacco da parte di centri sociali e collettivi – ha scritto Giorgia Meloni sui social – Questa mattina sette agenti sono rimasti contusi a Torino a seguito del tentativo da parte di un violento gruppo di attivisti di sfondare un cordone di polizia nei pressi del Castello del Valentino. Condanniamo con fermezza quanto accaduto, lo Stato è accanto di chi difende la libertà e la sicurezza di tutti i cittadini”.

Abbiamo chiesto a Pasquale Griesi, coordinatore nazionale Reparti Mobili della FSP POLIZIA DI STATO, cosa sta accadendo.


È un bollettino di guerra!

Quello a cui stiamo assistendo è aberrante, in ogni manifestazione ci sono decine di feriti tra i miei colleghi. Non è possibile lavorare così.

Vi spiego quello cosa accade…

Questi manifestanti sono pieni di ideologie fanatiche. Non parliamo di padri di famiglia che hanno perso il lavoro, persone a cui idealmente siamo a fianco nei momenti di difficoltà. Parliamo di ragazzini, sempre i soliti, una minoranza che si mobilita insieme a professionisti del disordine i quali, evidentemente, provvedono al loro addestramento. Questi “signori” hanno monopolizzato la violenza salvo poi fare le vittime se vengono “caricati” dai reparti mobili.

Quello che sta accadendo è assurdo. Tra un po’ non rimarrà più nessuno disposto a lavorare così: restiamo lì fermi sulle nostre posizioni, con l’ordine di non farli passare ma senza “sfollarli”, contenerli senza “menarli”, cioè senza utilizzare quello che avete chiamato mangenello. Quanto può resistere un uomo, un poliziotto con tutto quell’equipaggiamento addosso senza reagire e facendo da muro? Il risultato è che anche oggi abbiamo 7 feriti.

L’utilizzo della forza legittima spetta allo Stato, non ai manifestanti violenti. Nelle immagini che oggi arrivano da Torino si nota la paura ad intervenire. E, alla fine, a subirne le conseguenze siamo ancora noi.

Questi delinquenti ormai lo sanno, vengono lì e come se si trattasse di un videogioco provano a sfondare il cordone con calci, pugni e pressione fisica. Sanno di non rischiare nulla, salvo poi frignare se qualcuno si ritrova un ematoma. Sanno che non c’è bisogno di andare armati in una manifestazione: la vera arma è il numero dei manifestanti. La pressione continua provoca i feriti.

Sfido chiunque a tenere quello scudo senza reagire.

Questi “coraggiosi” manifestanti vanno fermati. È davvero legale sfondare un cordone di polizia? È davvero legale sputare, scalciare, prendere a pugni un poliziotto? È questa l’idea che sta passando. Il resto sono solo chiacchiere da bar, mentre noi se va bene torniamo a casa con le ossa rotte…

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