Caro Porro, che mi tocca fare per portare a casa il pane

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Condivido con voi una lettera inviatami da un ragazzo laureato in scienze motorie che ha dovuto lasciare il suo lavoro, ormai allo sfacelo, per intraprenderne un altro pur di costruirsi una famiglia.

Buongiorno Nicola,

La seguo da sempre e tuttora partecipo anche alle sue zuppe quotidiane. Le scrivo perché oramai sono arrivato ad un punto di disperazione e arrabbiatura generale o meglio, incazzatura totale.

Sono un laureato triennale in scienze motorie, appena iscritto al corso di laurea magistrale per poter avere l’ennesima qualifica in più che mi possa permettere di accedere ad altri tipi di lavoro, come le scuole piuttosto che nei centri per anziani (ho 36 anni, 9 anni fa mi son laureato alla triennale), il mondo del lavoro di noi collaboratori sportivi è allo sfacelo, contratti di lavori quasi illegali, senza tutele e senza diritti, quasi peggio delle povere partite Iva.

Per portare a casa soldi per costruirmi una famiglia e poter comprare casa, grazie al cielo, ho trovato un impiego come magazziniere, ho dovuto lasciare il mio lavoro per cui ho studiato e fatto investire un sacco di soldi ai miei genitori che si fanno un mazzo tanto tutti i giorni invece di godersi una loro pensione (sono commercianti nel settore dell’abbigliamento con un negozio storico in centro al paese dove viviamo, provincia di Milano).

Senza andare troppo per le lunghe, l’ultimo scempio è che per i collaboratori sportivi per il mese di novembre sono riconosciuti 800 euro ma per chi ha un lavoro retribuito, gli 800 euro decadono. Praticamente io che come lavoro principale facevo l’istruttore, percepivo un reddito TASSATO E DIMEZZATO da tasse e varie percentuali di ladri, visto che supero i 10 mila euro annuali di reddito. Insomma: come magazziniere percepisco uno stipendio da dipendente, ma comunque faccio un altro lavoro che ovviamente non posso svolgere perché han chiuso i centri, la sussistenza ora non ce l’ho più. Tra l’altro con la storia dei 600 euro se dichiaravi più o meno di 10 mila euro, ti vogliono togliere il bonus.

Perdonami la sgrammaticità della mia espressione, ma ti scrivo con tale rabbia e incazzatura addosso che non ha eguali. Perché tutti i politici, tutti i senatori a vita millenari, non si levano lo stipendio e contribuiscano per noi comuni mortali alla sopravvivenza? Manca poco alla guerra civile, ma non nelle piazze, bisognerebbe andare tutti a Roma sotto i palazzi dei potenti. Mentre ti scrivo sto stampando le slides del corso di laurea, che inizierò a studiare, per garantirmi un futuro migliore e magari una famiglia con la mia fidanzata.

Spero che questo argomento possa esser oggetto in una tua trasmissione, se vuoi manda in doppia copia anche ai tuo grandissimi ed immensi colleghi (come lo sei pure tu) Del Debbio e Giordano, Belpietro e Cruciani, Giovanna Maglie e la giornalista Veronica Gentili, Barbara Palombelli.

Perdona lo sfogo, facciamo cadere questo governo di incapaci totali!!!!!!!!!!!!

Ti ringrazio vivamente

Con affetto

A.T., 3 novembre 2020

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