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Caro Porro, chi ha scioperato non sa cos’è il lavoro

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Buonasera dottor Porro,

mi permetto di scriverle perché lavoro in un ospedale pubblico della provincia di Bergamo e ieri non ho scioperato.
Sono un tecnico di radiologia impegnato da quattro anni e diciannove giorni in Lombardia. Sono partito da casa con una valigia di vestiti, una valigia di libri e ho fatto la mia gavetta; ho iniziato con un contratto a termine e adesso ho un indeterminato, una moglie fantastica e, spero presto, dei figli.

E per queste poche cose, oggi, a seicento chilometri da famiglia e amici, mi sento l’uomo più fortunato sulla faccia della terra. Ho trent’anni e ieri sono andato a lavoro come faccio da sempre: non può esistere un diritto allo sciopero se non esiste il diritto al lavoro. Abbiamo la Costituzione più bella del mondo, quella che fonda la nostra Repubblica sul lavoro, e abbiamo un governo di folli, che quel lavoro lo ha negato a milioni di cittadini.

Chi ieri ha aderito allo sciopero non ha idea di che cosa significhi lavorare. Non ha memoria dei sacrifici fatti dai nostri concittadini negli ultimi dieci mesi. Semplicemente, non ha onore. Non può esistere un diritto allo sciopero se non esiste il diritto al lavoro.

Lettera firmata, 10 dicembre 2020