Il no di Salvini all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, oltre a far riemergere la reale indole comunista del segretario leghista, è purtroppo la rappresentazione plastica di un centrodestra slabbrato, orfano di una bussola politica e totalmente da rifondare. Capire se la contrarietà del compagno Salvini è dovuta solo al momento o se è parte integrante della sua visione di mondo fa poca differenza.
Se si trattasse del primo caso, non avrebbe proprio senso la dichiarazione visto che è evidente che due paesi prendono atto della pericolosità della propria posizione neutrale quando la vedono a rischio. Se la persona fosse invece proprio contraria di principio all’adesione farebbe il paio con la sua stessa intervista di qualche tempo fa alla Merlino in cui auspicava un superamento della Nato anche da parte dell’Italia.
Io francamente sono basito, da uomo di centrodestra, provo sincera nostalgia per il tradizionale filo-americanismo, di cui non provo vergogna ad andare fiero, che contraddistingueva la mia parte politica, per il discorso al congresso di Berlusconi e per le sue visite in camicia del ranch texano di Bush. Datemi dello schiavo degli USA, ma io preferirei vivere a Washington che a Mosca.
Mario Gambilare, 16 maggio 2022