Commenti all'articolo Caro Porro, con la scusa del Covid abbiamo abbandonato i trentenni

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Emilius
Emilius
22 Dicembre 2020, 23:38 23:38

Caro 30 enne. Ci sono generazioni di italiani quelli che il Covid sta decimando attualmente che la giovinezza l’hanno passata al fronte, sulle montagne oppure facendosi un mazzo tanto per ricostruire un Paese dalle macerie della guerra. Gente che a 30 anni magari aveva già messo al mondo 3 figli e che all’estero ci andava non 3 volte all’anno in viaggio di piacere ma a cercare lavoro anche il più umile. Tranquillo, non durerà in eterno questa situazione. Le epidemie/pandemie Grazie a Dio in un paio d’anni si risolvono e tu sarai ancora abbastanza giovane per trovarti una morosa. Ma abbi un po di rispetto verso quelli che per le ragioni citate prima non si sono persi i 30 anni ma anche i 20

Enrico
Enrico
21 Dicembre 2020, 17:49 17:49

Dopo la tua accorata lamentela anche io, ultrasettantenne, mi aggiungo al coro dei commenti. Osservando la società italiana non è possibile non notare che negli ultimi decenni nel nostro Paese si è avviato un generalizzato processo di impoverimento culturale che è tuttora in corso. Stanno scomparendo i grandi Artisti, gente che, come in passato, rappresenti la cultura italiana nel mondo. Gente come chi ci ha mostrati come autentici cultori di bellezza e di passione, nel Cinema, nel Teatro, nella Poesia, nella Scienza, nella Pittura. Dove sono gli Strehler, i Rossellini, i Pascoli, i Modigliani, i Fermi, solo per ricordane alcuni? Perfino la nostra Lingua nel linguaggio comune, in quello scritto e pubblicitario e perfino in quello burocratico/legale (p.es. “lockdown”, “recovery fund”), si sta impoverendo, nel tentativo di fare sfoggio delle nostre conoscenze o per ingraziarsi lo straniero. Invece sfoggiamo soltanto la nostra impoverita cultura: alcuni hanno imparato il significato di “lockdown” ma quasi tutti ignorano “confinamento” che ne è la versione italiana. Per non dire di tutti quei vocaboli e forme verbali originarie che con il disuso vanno inevitabilmente persi. Il significato di parole come ‘nobiltà’, ‘onore’, ‘virtù’, perfino ‘dignità’ e tanti altri diventa sempre più flebile impoverendo viepiù la nostra lingua. Se vogliamo invertire questa tendenza (‘trend’ per lo straniero) dovremmo prenderne atto rapidamente. Agli studiosi e agli esperti… Leggi il resto »

Raffaello Rota
Raffaello Rota
21 Dicembre 2020, 11:38 11:38

Complimenti per l’evidente intelligenza e cultura ! Ha ragione, siamo chiusi prigionieri delle paure reali o instillate ! Io sono anziano e passerò le festività da solo, eccetto un giorno a pranzo , avrò ” ospite” mia figlia che, lascerà la sua famiglia per stare con me ! Purtroppo, NON mi pare esista posto al mondo senza pandemia ove andare…Per i ns governanti ho esaurito i commenti permessi…Coraggio giovane passerà e VOI vedrete certamente il sole ! AUGURI ! P.S. con un poco di “fantasia” si può trovare il modo di incontrarsi…non credo che tutti gli Amori siano finiti !

A.L.
A.L.
20 Dicembre 2020, 19:44 19:44

Profondamente grazie all’autore di questa lettera. Ha detto tanta di quella vita vera in poche righe, quanta non ne vedo più e non ne sento più nelle parole, nelle reazioni e nella consapevolezza della gente (in generale); non ne parliamo poi nei discorsi degli esperti o sui media (in generale). Innamoramento, amore, progetti di fare famiglia: non se ne parla più. Difficoltà nei rapporti familiari e amichevoli, poiché tante persone sembrano sotto ipnosi e ognuno è stato ferito di più o di meno da questo dramma e ciascuno ha riportato ferite tutte sue, così che il dialogo è diventato assai difficile, e anche perché con gli amici non ci si incontra più (il virtuale è solo virtuale) e se ci si incontra non si vedono le espressioni dei visi perché imbavagliati: non se ne parla mai. Il lavoro perdere il quale non è solo una tragedia economica, cioè già una cosa gravissima, ma è anche perdere un motivo di fierezza, soddisfazione, espressione di sé e passione: se ne parla ma non abbastanza. Il fatto che la vita non è solo non avere il Covid, e non è nemmeno solo accontentarsi di avere ancora un lavoro e stare zitto: ma è musica, viaggi, sport, arte e tanto altro; e che queste cose le vogliamo fare, non solo vedere alla tv o… Leggi il resto »

Lorenzo
Lorenzo
20 Dicembre 2020, 11:48 11:48

Grazie caro trentenne e grazie Nicola!
Vorrei che invitassi ancora a QR il dottor Morelli per parlare del disagio di questa nostra età, e di quanti in silenzio stanno male per questi motivi e hanno iniziato ad andare dagli psicologi per farsi aiutare. Credo che, malattia a parte, purtroppo anche questi siano problemi da affrontare seriamente. L’importante è NON MOLLARE, perché c’è sempre una ragione per cui valga la pena vivere questa vita.

Maria
Maria
20 Dicembre 2020, 11:27 11:27

Ma scusa, sto tizio ha un buon lavoro, soldi e presumo salute e ritiene questa situazione insostenibile, a trent’anni?! Non voglio sembrare insensibile ma quest’uomo non ha dei veri problemi, é nella situazione in cui siamo tutti, anzi migliore! Si preoccupa di trovare la morosa e per questo mette a rischio la sua famiglia, si ritiene uno “sveglio” ma una situazione privilegiata come la sua gli é insopportabile. Io, da persona meno fortunata, ho trovato questa lettera offensiva e un po’ ridicola.