La posta dei lettori

Caro Porro, cosa non ci dicono sul ddl Zan

La posta dei lettori

Egregio dott. Porro,

qualche tempo fa ebbi il piacere di mandarle una copia del mio libro Stato? No grazie! e fui lieto di scoprire che ne aveva ripreso alcuni passi nel suo libro. Oggi volevo darle il mio punto di vista sul ddl Zan in particolare dal punto di vista della libertà di espressione.

  • Probabilmente la Mancino è sbagliata. Per un liberale non dovrebbero esistere aggravanti. La violenza andrebbe punita sempre nello stesso modo. Qualsiasi aggravante crea una categoria di fatto discriminandone altre.
  • Certamente si può comunque aggiungere la categoria degli omosessuali all’elenco delle categorie difese da aggravanti. Ma ne lasciamo fuori migliaia. I vecchi. I barboni. I rosci. I ciccioni ecc
  • Si chiede la libertà di riconoscersi in un genere che non coincide con il sesso biologico. Va bene. Ma che ne è della libertà dell’altro di non riconoscere questa identificazione? Se mi rivolgessi al sig. Luxuria al maschile volutamente e convintamente in quanto per me il gender non esiste e conta solo il sesso biologico… sto commettendo un reato?
  • Come mai dovrebbe essere possibile riconoscersi in un genere diverso dal proprio sesso biologico e non ritenersi più alti di quanto si è? O dichiarare un peso diverso da quello che si ha? Per esempio… se posso dirmi donna anche avendo cromosomi maschili, potrei dirmi vaccinato per il Covid anche non avendo gli anticorpi?
  • E a proposito di Covid… Ha notato che queste persone che vogliono difendere a tutti i costi la libertà di far ciò che si vuole con il proprio corpo (giustamente anche se fingono di ignorare ci spesso ci sia un bambino di mezzo) sono spesso gli stessi che vogliono inocularmi a forza – nel mio corpo – un vaccino?
  • Si dice di lasciare libera l’opinione a chi non accetta il gender. Ma che me ne faccio della libertà di opinione se non posso farla valere nei fatti, ad esempio valutando l’opportunità di avere un insegnante trans per mia figlia o licenziando un commesso del mio negozio se questi una bella mattina si presenta in tacchi alti e parrucca dichiarandomi che ha iniziato un percorso di transizione?
  • Parlare di omosessualità, transgender etc a scuola ovviamente costringe la scuola a parlare di educazione sessuale e già questo e’ sbagliato. Questa spetta ai genitori e in parte neanche a loro. C’è una parte di scoperta e conquista che va lasciata ai ragazzi… questa mania della sinistra di istituzionalizzare tutto, di categorizzare e di legiferare su tutto vuole sottrarre alle famiglie anche questi ambiti di influenza.
  • Nel libro 1984 di Orwell il protagonista veniva torturato fino a quando non diceva – anzi credeva con tutto se stesso – che due più due faceva cinque perché questo era quello che diceva lo Stato. Ecco: qui mi pare lo stesso. Qui sembra che se l’altro (con le spalle coperte dalla legge) mi dice che è donna io debba crederci anche se è palesemente uomo.

Be’…, la favola dei vestiti nuovi dell’imperatore la conosciamo. Forse basterebbe un po’ di spirito naïf per uscire dal pantano di questo politically correct.

Saluti e complimenti per Quarta Repubblica e la Zuppa.

Marcello Mazzilli, 19 maggio 2021