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Caro Porro, da insegnante dico no alla Dad

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Carissimo Nicola Porro,

è da anni che ascolto la sua Zuppa e seguo i suoi interventi. Mi chiamo Luca Bernardi, ho 30 anni e sono un prete cattolico. Da qualche anno mi trovo coinvolto nell’ambiente scolastico, prima nella Repubblica di San Marino, ora nella Scuola italiana. Ho assistito al passaggio che la scuola ha fatto in questo periodo a causa del Covid e non potevo non scriverle per ringraziarla per quello che fate per la scuola.

Sto attualmente facendo il supplente di Religione, ma non ci vuole molto per rendersi conto di quanto la Dad stia distruggendo i nostri ragazzi. Potrei soffermarmi sul fatto che ovviamente la maggioranza dei giovani non riesca a seguire, ascoltare, imparare perché l’attenzione davanti a uno schermo non può durare chissà quanto. Già questo ci deve far pensare: le prossime generazioni, uscite dalla scuola secondaria, cosa avranno imparato mentre si troveranno all’università o nell’ambiente lavorativo?

Ma in quanto sacerdote c’è un aspetto ancora più grave che sto notando: i ragazzi stanno perdendo il desiderio, la voglia, non dico solo di imparare, ma di vivere. Sto facendo una domanda a tutti i miei studenti: voi avete desiderio di fare qualcosa? La maggioranza risponde di NO!!! Ma questo non avere più desiderio di vivere ci rendiamo conto a cosa porterà? Se non c’è desiderio, non c’è vera vita! La vita di ragazzi adolescenti non può trascorrere davanti a uno schermo: arrivano addirittura ad odiarlo, tanto sono costretti ad usarlo ogni giorno. Occorre ricordare la profondità dei bisogni umani, che non possono essere soddisfatti da una realtà virtuale.

Carissimo Nicola, io non posso che unirmi a lei, per quel poco che posso, nel denunciare i mali che queste decisioni stanno arrecando ai giovani. Ovvio, non voglio che si scambino le mie accuse come un “tana libera tutti”, ma che la prudenza e il buon senso devono guidare le nostre scelte.
Cordiali Saluti.

Don Luca Bernardi, 25 marzo 2021