Ciao Nicola,
mi chiamo Simona e sono un’insegnante di scuola primaria e mamma di tre bambine di 8, 6 e 4 anni. Che gioia è stata per noi rientrare finalmente in presenza a scuola settembre, pur comportandoci come dei carabinieri, pur stando distanziati e non potendoci scambiare penne, quaderni e men che meno carezze o caramelle per i compleanni, nonostante la mascherina sempre alzata anche in modalità statica! Pazienza, vediamo il lato positivo: siamo in classe, siamo insieme. E invece, no!
Non una sola classe in quarantena né nella scuola presso la quale insegno, né nella scuola delle mie bambine e cosa succede? Si chiude! Si chiude! Io ho visto gli occhi lucidi dei “miei” bambini in classe e le lacrime delle mie figlie e le mie. Si, anche le mie! Io amo il mio lavoro, io amo insegnare e amo i miei alunni, tutti, anche quelli che mi fanno alzare la voce e spazientire… anzi forse loro di più.
Perché chiudere la scuola quando i contagi è impossibile che avvengano in aula? Perché gli anziani e i pensionati possono uscire, andar a spasso, andare in chiesa, a far la spesa e noi non possiamo andare a scuola? Noi paghiamo per tutelare loro. Non è questo che ci meritiamo. Non è questo che vogliamo. E il prezzo che pagheremo temo sarà alto, altissimo.
Mi scuso per la forma, ho scritto di getto.
Maestra Simona, 7 marzo 2021