La posta dei lettori

Caro Porro, devo darti torto: San Francesco ha fatto bene pure al Pil

san francesco

Ciao Nicola

sono un fedele fan della Zuppa… in differita, non potendo quasi mai seguirla in diretta per motivi di lavoro. L’altro giorno, a un certo punto, è “arrivato” San Francesco. Concordo con te che ad essere povero non c’è nessun merito, ma non mi sembra che per rendere le persone meno povere abbia fatto molto di più suo padre. Il nostro santo patrono è uscito alla distanza…

Prima di tutto, appena dopo la sua morte, si è costruita – in pochissimo tempo per i mezzi di allora – una meraviglia assoluta che ci affascina ancora oggi: la basilica a lui dedicata. Un cantiere kolossal cui hanno dato il contributo tutti i più grandi architetti e pittori di quel periodo. Un contributo al PIL non da poco e lavoro per centinaia di persone. Ancora oggi, a distanza di 800 anni, il contributo in termini di turismo religioso e artistico non solo della meravigliosa basilica, ma di tutta Assisi e forse di tutta l’Umbria, non può non riferirsi al grande Santo (ma al vero Francesco, non alla macchietta ambiental-pacifista-cattocomunista che ne fanno oggi). Contributo al Pil che ha sicuramente superato i confini della sua regione: basta pensare, per esempio, che Sant’Antonio da Padova era frate francescano e ancora oggi, nella sua città di adozione, per merito suo, di gente ne gira parecchia.

Ma c’è un altro aspetto, meno materiale e misurabile, di cui essere grati a San Francesco a distanza di secoli, a differenza del suo povero papà non si ricorda più nessuno. È il fiume silenzioso e incessante di carità nato dal suo cuore innamorato solo di Cristo. Quanto benessere ha portato nei secoli alle persone incontrate e accolte? Quante di queste persone, altrimenti abbandonate e sole hanno potuto rialzare lo sguardo, ricominciare a sperare e costruire opere e imprese per il bene di tutti? L’Italia non ha avuto forse il periodo di massimo splendore proprio nei secoli successivi a San Francesco?

San Francesco non predicava la povertà fine a sé stessa, ma la povertà per poter accogliere con il cuore spalancato Chi per lui aveva dato la vita. Così è rinata la speranza negli uomini, una positività di sguardo sulla vita che dà il coraggio di faticare, di rialzarsi e intraprendere, di rischiare. Per il bene di tutti… anche del Pil, ancora oggi, a distanza di 800 anni.

Mauro, 13 dicembre 2022