Caro Porro,
mentre la polemica politica sul divieto di fumo all’aperto si fa sempre più aspra, le autorità che lo hanno proposto “costringono” ogni giorno decine di migliaia di poliziotti penitenziari (+operatori e detenuti non fumatori) ad inalare il fumo passivo delle sigarette che i detenuti fumano liberamente al chiuso nelle sezioni detentive.
A giorni dopo 12 anni il tribunale di Lecce emetterà la sentenza (prima in Europa) inerente un poliziotto penitenziario morto a 42 anni di tumore ai polmoni benchè non avesse mai fumato in vita sua, ma costretto dallo Stato ad inalare il fumo passivo per tutto il turno di lavoro (8, 9,10 ore).
Perché questo non interessa a nessuno? Forse perché la vita di un poliziotto penitenziario vale meno di quella di un migrante o di un muratore o tornitore? Abbiamo scritto a tutti fino al Presidente della Repubblica che non ha ritenuto di doversene occupare.
Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe (sindacato polizia penitenziaria)